11.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Sports

«Pellegrini può essere il numero 10 perfetto»


Dal nostro inviato

Siamo alla prima, di questa fase di soerimentazione, dalla quale uscirà l’Italia. Domani a Bologna, contro la Turchia, l’occasione per mettersi in mostra, per portare sul campo gli esperimenti di questi gg di ritiro fiorentino. Spalletti si aspetta le prime risposte, anche se la squadra non può esser pronta. Mancano ancora tredici giorni al debutto e come dice il ct «la strada intrapresa è giusta». Spalletti in questa giornata di vigilia ha voluto vicino a sé i più grandi numeri dieci della storia azzurra, Rivera, Antognoni, Baggio, Totti e Del Piero. Che serviranno per trasmettere la magia agli azzurri, in vista dell’avventura in Germania. «Ogni singolo calciatore deve avere un po’ della qualità di questi cinque ragazzi. Ognuno di loro ci ha detto una frase che noi ricorderemo ogni partita che andremo a giocare», dice il ct. Totti e Baggio hanno incoronato Pellegrini, «può essere lui il 10 giusto di questa Nazionale» e con gli altri hanno fatto l’in bocca al lupo al gruppo. L’ex capitano giallorosso ha voluto sottolineare anche la forza di Scamacca, appena arrivato nel centro sportivo di Coverciano dopo le fatiche con l’Atalanta. «Scamacca l’ho visto da vicino, è una bestia. Può essere decisivo con i suoi gol in questo Europeo», le parole dell’ex capitano dei giallorossi Il ct — finita la festa dei fuoriclasse dei passato — si è ripresentato in Aula Magna per fare il punto della situazione in vista dell’amichevole contro la Nazionale di Montella. Con lui anche Fagioli, che in questi quattro giorni di ritiro ha convinto il tecnico. Molto probabilmente farà parte dei 26 per la Germania (partenza il 10 giugno). Si parte dalla brutta notizia di Scalvini. Lucio è addolorato. «Mandiamo il nostro abbraccio a Giorgio, si rimetta il prima possibile. Lui è il futuro. Ci dispiace davvero tanto. Mi è piaciuto l’entusiasmo di Gatti e di tutti coloro che si sono messi a disposizione per contrastare le emergenze». La sua Nazionale piace, magari — gli fanno notare — non è ancora pronta come quella che ha vinto nel 2021. «Siamo sulla strada buona. Siamo disponibili ad assorbire le caratteristiche delle vecchie Nazionali, c’è da imparare tutto da tutti. Ereditiamo la bellezza di quella squadra, ed è vero, ma in mezzo ci sono state anche altre cose che spesso vi dimenticate». La Turchia? «Voglio vedere che si vada avanti con il lavoro. La partita è domani ma per noi è ogni giorno. È il lavoro che determina la risposta in gara. Che scelte farà? Bisogna cominciare a valutar qualcuno, come Di Lorenzo, Orsolini, Retegui, Vicario. Fagioli alternativo o complementare a Jorginho? Dipende dal tipo di partita, magari ci sono occasioni in cui servono più recuperi e meno gestione della palla». La Turchia di Montella? «Vincenzo è un ragazzo sveglio, lo era da giocatore e si è confermato da allenatore. E lo ha dimostrato proprio allenando in Turchia, dove altri hanno fatto meno bene di lui, e ora guida una nazionale di qualità, con «ghigno», sarà un test difficile per noi, per il momento e per ciò che dobbiamo mettere a posto. Bisogna rispettare la passione della gente che crede in noi e vogliamo subito far vedere le nostre qualità». Spalletti conferma che «Gatti verrà in Germania» e crea una sfida a due tra Pellegrini e Barella per la maglia numero 10. «Può indossarla Lorenzo, così come Nicolò». Domani l’Italia sarà schierata con quattro difensori (la Turchia gioca con un solo attaccante) e in porta ci sarà Vicario. Spazio ad Orsolini dall’inizio, con Calafiori che entrerà a partita in corso. 

Parola poi a Fagioli, che in questi mesi si è solo allenato sperando. «L’obiettivo era giocare le ultime due partite di campionato e magari anche per l’Europeo. Ma sono stati sette mesi molto lungi. E una grande occasione essere qui. Sono rimasto sorpreso dalla convocazione, mi dispiace per Locatelli, è mio amico e gli voglio bene, anche lui meritava di essere qua.

Se per me è una rinascita? Per me lo è stata il giorno che ho subito la squalifica». Il ruolo, poi. Spalletti lo vede come regista, nella Juve é abituato ad agire in altre zone del campo. «Oggi devi saper fare tante cose diverse, ci dobbiamo adattare anche se nel club si gioca in maniera diversa. Spalletti? A marzo mi ha chiesto come stavo, mi è stati vicino umanamente, poi l’ho visto alla finale di Coppa Italia, ho sputo della chiamata e mi ero appena svegliato, mi sembrava un sogno. Se ci sarò in Germania ne sarò felice, altrimenti tiferò per l’Italia». Per lui è stata la fine di un incubo. «Non vedevo l’ora che arrivasse questo momento, me la sto godendo. Devo essere me stesso, e dare il massimo quando sarò chiamato in campo». Intanto si è goduta la presenza dei numeri 10 azzurri a Coverciano. Lui che forse potrà esserlo un domani nell’Italia. «Emulare certi calciatori non è facile. Spero di fare la differenza con la qualità». E Scamacca è sempre pigro? «Io dico le cose che possono far bene a un giocatori. Ormai nel calcio non basta solo far gol, bisogna che si creino attenzioni anche al sacrificio, alla corsa. Io voglio bene ai miei calciatori, li ho amati tutti, pur dicendo anche cose che uno non vuole sentirsi dire. Voglio bene a Scamacca, l’ho abbracciato, ha dei bellissimi colpi di sole…».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]