Via libera dell’Aula del Senato all’articolo 2 del ddl sulla separazione delle carriere dei magistrati. Il testo modifica l’articolo 102 della Costituzione precisando che le norme riguardanti la magistratura «disciplinano altresì le distinte carriere dei magistrati giudicanti e requirenti». I successivi articoli 3 e 4 specificano e articolano il principio della separazione delle carriere e dei due Csm per le due magistrature. Tutte respinte, in precedenza, le proposte di modifica delle opposizioni.
Biancofiore: bene introduzione separazione carriere
«Poco fa il Senato ha dato il via libera alla modifica dell’art. 102 della Costituzione che introduce la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente. Un primo passo decisivo verso l’approvazione in prima lettura di Senato e Camera della riforma dell’ordinamento giudiziario agognata da decenni e che adesso l’unità e la compattezza del centrodestra rende finalmente possibile. Nell’occasione, desidero precisare che non risponde al vero, come qualche esponente dell’opposizione ha dichiarato durante il lungo e a volte ripetitivo dibattito in Aula, che la maggioranza non avrebbe il diritto o il potere di modificare la Costituzione. Stiamo operando in applicazione dell’art. 138 della Carta. Se alla seconda deliberazione non ci sarà la maggioranza dei due terzi, ma solo quella assoluta, sarà possibile il referendum confermativo e saranno gli italiani a mettere il sigillo finale». Lo dichiara la senatrice Michaela Biancofiore, presidente del gruppo Civici d’Italia, Nm, Coraggio Italia, Udc, Maie. «Se la maggioranza non procedesse con l’approvazione delle riforme promesse agli elettori — prosegue — tradirebbe il patto elettorale e soprattutto conferirebbe all’opposizione un incomprensibile e non democratico potere di veto. Nessuna opposizione, di qualunque colore politico può avere a Costituzione vigente un potere di veto. Andiamo avanti, dunque, nella convinzione che siamo sulla strada giusta e che gli italiani apprezzeranno questa cruciale riforma affinché il sistema giustizia sia davvero indipendente, efficiente e affidabile per ogni cittadino».
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