In soli quattro giorni, Parigi ha condensato l’essenza dell’Haute Couture: visione artistica, virtuosismo sartoriale e un pizzico di teatralità. Se Dior ha lasciato un vuoto (in attesa del debutto di Jonathan Anderson), a colmarlo sono stati nomi che hanno dimostrato ancora una volta quanto l’alta moda possa essere uno specchio — e insieme una fuga — del nostro tempo. Tra questi, Schiaparelli, Elie Saab e Armani Privé sono stati i protagonisti indiscussi, senza però oscurare l’eco poetica di Chanel o l’intensità inquieta del nuovo corso di Margiela.
Hermès, la prima Birkin (appartenuta a Jane) venduta all’asta per 7 milioni: le iniziali J.B., il design (per le mamme) e il tagliaunghie integrato
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