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Panetta: conti a posto il rating può migliorare. Giorgetti: ora più credito


«È essenziale innalzare stabilmente il ritmo di crescita dell’economia oltre quell’1% stentato su cui sembriamo esserci assestati, preparando fin d’ora il terreno per la fase in cui non saranno più disponibili i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza». In questo passaggio dell’intervento ieri alla 101° Giornata del Risparmio, il Governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, ha stimolato la politica economica a fare uno slancio: fino a questo momento, Panetta aveva registrato «la tenuta del pil che accresce la fiducia sul Paese, come dimostra l’aumento del rating» e «negli ultimi anni l’economia italiana ha mostrato resistenza e adattamento». Per il Governatore la «chiave per generare prosperità e per avviare un sentiero di crescita più elevata, stabile e inclusiva è l’innovazione»: è questo il fattore determinante, secondo Panetta, nella «formazione delle persone e nell’uso delle nuove tecnologie, nello sforzo delle imprese di avvicinarsi alla frontiera produttiva, nell’azione di una Pa che valorizza l’esperienza maturata con il Pnrr».

«La Costituzione riconosce un alto valore civico al risparmio», è un passo del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «La sua immediata finalità corrisponde all’aspirazione delle famiglie di perseguire obiettivi di crescita sociale, di risposta a bisogni, di protezione a fronte di emergenze».

Dopo Panetta è intervenuto, con una video registrazione, Giancarlo Giorgetti che ha evitato di entrare nuovamente sulla manovra, ricordando: le banche «devono tornare ad applicare il massimo delle loro energie alla raccolta del risparmio ed erogazione del credito puntando sul margine di interesse che è l’indicatore fedele della gestione caratteristica bancaria e puntando sulla capacità di valutare il merito creditizio delle imprese cui contribuisce senza dubbio la presenza fisica di filiali sul territorio». Il Ministro del Mef ha sottolineato che «è essenziale tornare alla complementarietà tra la garanzia pubblica e l’attività di screening del merito creditizio, con questo non voglio sminuire l’importanza delle garanzie». Per Giorgetti «l’Italia genera abbondante risparmio, che costituisce uno dei nostri principali punti di forza. Bisogna quindi creare le condizioni affinché il nostro risparmio non fluisca fuori dai confini nazionali ed europei e verso strumenti a basso rischio e rendimento».

Tornando a Panetta, egli si è addentrato anche sulle decisioni del Consiglio direttivo Bce che inizia oggi a Firenze per concludersi domani con la conferenza stampa di Christine Lagarde. «Deciderà se dare avvio alla fase di sviluppo dell’euro digitale», ha segnalato Panetta, confermando l’anticipazione del Messaggero di venerdì scorso. «In caso di decisione positiva la fase di sviluppo inizierà l’1 novembre». La parola finale, tuttavia, di emettere l’euro digitale, dipenderà dall’approvazione del regolamento europeo entro il 2026. «L’obiettivo è avviare una fase di prova entro il 2027 ed essere pronti per l’introduzione a giugno 2029, offrendo ai cittadini europei uno strumento complementare ai mezzi di pagamento privati e al contante cartaceo». Facendo un inciso a braccio, Panetta ha fornito alcuni chiarimenti spiccioli che sono sembrati fugare le perplessità del sistema bancario. «Si è parlato di costi, i costi per costruire l’infrastruttura tecnologica dell’euro digitale saranno pagati dalla banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali, non dalle banche». Le banche «dovranno sopportare dei costi di 6 miliardi in 4 anni. Ora, 6 miliardi in quattro anni, noi abbiamo credo 5.000 banche in Europa, questo è un milione in media per banca». Panetta aggiunge che «quindi è un costo non irrilevante, ha ragione il presidente Patuelli, ma non è un costo eccessivo e non è un costo per la costruzione, il costo lo paga l’eurosistema». Il presidente Abi Antonio Patuelli, dialogando con Giovanni Azzone, presidente Acri, ha detto che «le banche sopporteranno dei costi.

COMPLESSITÀ

Nel corso del board Bce non ci saranno decisioni di politica monetaria sui tassi. Per il Governatore, le banche italiane sono solide, ben patrimonializzate e tra le più redditizie in Europa, si augura «utilizzino le risorse accumulate in questa fase favorevole» per sostenere la crescita dell’economia, lasciando intendere di condividere la manovra da 5 miliardi del governo.

Per Patuelli, il 2026 sarà connotato da «complessità» per le banche italiane per i dazi e tassi. Patuelli ha rimarcato infine che «il fisco deve essere amico dei risparmiatori».


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