10.05.2025
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Economy

Pace fiscale, la Lega in pressing. Si punta a chiudere entro maggio


Offrire un salvagente ai contribuenti che per difficoltà non riescono a pagare le tasse è uno dei punti del programma di governo. La Lega è quindi convinta di poter andare avanti con il progetto della pace fiscale. Anzi, intende accelerare. In commissione Finanze al Senato è fermo il disegno di legge per introdurre una nuova rottamazione che, nelle intenzioni, dovrà essere quella decisiva. La proposta è stata avanzata a febbraio, la volontà è chiudere entro maggio. Per farlo occorreranno tuttavia alcuni correttivi anche perché il costo dell’operazione è di circa un miliardo. Servirà quindi mettere un tetto per non creare troppi problemi ai conti pubblici.

LA RIUNIONE

Le soluzioni sono state al centro di un incontro tra i vertici economici del Carroccio con il ministro Giancarlo Giorgetti.

Un altro aspetto da limare al meglio è il rischio che la proposta entri in competizione con gli strumenti ordinari oggi a disposizione dei contribuenti per saldare i proprio debiti. Ciò vuol dire calibrare al meglio, ad esempio, il numero di rate non pagate oltre il quale si decade dai privilegi dello strumento. La proposta leghista ne prevede otto. forse troppe. Il progetto prevede inoltre di spalmare il pagamento dei debiti in dieci anni, su 120 rate, possibilità in parte concessa per alcune situazioni anche dalle nuove regole sulla riscossione varate lo scorso anno.

Su questi temi i senatori potrebbero ascoltare a breve in audizione il ministro Giorgetti e il suo vice, Maurizio Leo. La convocazione potrebbe partire già dalla prossima settimana. In questo modo si chiuderà il lavoro parallelo sul progetto di rottamazione e sull’indagine conoscitiva avviata per capire come abbattere la mole del magazzino della riscossione, il cui ammontare è arrivato 1.275 miliardi di euro. Indagine che va di pari passo con la commissione istituita al Mef a Leo.

Su come sfoltirlo le discussioni sono aperte. Il parere dei senatori della commissione Finanze al Documento di finanza pubblica indica una serie di strade da seguire. La commissione suggerisce «di intervenire sui carichi affidati all’agente della riscossione tra il 2000 e il 2023».

Tra i modi per farlo il documento chiede di «accorpare i carichi secondo criteri di omogeneità e confrontabilità in modo da favorire una gestione in blocco e la cessione a soggetti pubblici e/o privati in grado di gestirli per tutelare al massimo il credito e dichiarandone l’inesigibilità in caso di non riscuotibilità».

Inoltre chiede si «eliminare le cause di formazione annuale dei residui attivi, in modo da ridurre progressivamente il magazzino e riorientare l’attività delle risorse umane dell’Agenzia delle entrate-Riscossione sui cespiti maggiormente rilevanti».

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