10.05.2025
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Economy

Orcel con Caltagirone, Benetton verso Mps


I fondi e gli investitori internazionali alleggeriscono il sostegno (dal 22 al 17%) al vertice delle Generali, riconfermato dalla lista di Mediobanca che, ieri, nell’assemblea di Trieste, ha ottenuto il 52,3% eleggendo 10 consiglieri su 13, su un capitale presente del 68,77%. Unicredit si è schierato con la lista del gruppo Caltagirone mentre Benetton si è astenuto ma dovrebbe appoggiare l’ops di Mps su Mediobanca. Nel Leone di Trieste confermati alla presidenza Andrea Sironi e Philippe Donnet come ad. Tre anni fa i fondi avevano appoggiato più massicciamente la lista del cda che quest’anno non è stata presentata perché mancano alcuni adempimenti alla Legge Capitali che l’ha regolamentata. E questa volta Mediobanca (13,04%) non ha potuto utilizzare il prestito titoli sul 4,43%.

L’altra lista, presentata da VM 2006 (gruppo Caltagirone) è arrivata al 36,8%. Assogestioni (3,67%) non ha raggiunto il quorum. Astenuto il 7,06%, tra i quali Schema Delta (100% Edizione) della famiglia Benetton, con il 4,83%. Per Ponzano questa assemblea rappresenta un passaggio di un percorso che dovrà portare a una maggiore stabilità dell’assetto intorno a un progetto industriale in grado di ricucire i rapporti azionari e dare spazio a un partner finanziario guardando al futuro. Come detto, il gruppo Benetton fa sapere di avere intenzione di schierarsi a favore dell’ops di Mps su Mediobanca, di cui possiede il 2,23%. Le decisioni formali verranno prese a tempo debito e sulla base del mercato.

I FRONTI

A favore della lista Caltagirone che, dal libro soci, letto in apertura della riunione, risulta avere il 6,82% del Leone, hanno votato Delfin, holding degli eredi Del Vecchio con il 9,93%, Fondazione Crt (2,1%), Enpam, e, novità che rappresenta una svolta significativa, Unicredit con il 6,7% di cui il 6,5% diretto e uno 0,2% per conto di clienti. La banca milanese ha incrementato la sua quota rispetto al 5,2% di febbraio quando si è manifestata per la prima volta, parlando di «investimento finanziario».

«Unicredit ha orientato il suo voto a favore della lista presentata dal gruppo Caltagirone perché, dopo un’attenta valutazione della situazione complessiva, crede debba essere avviato un rinnovamento della governance della compagnia», commenta Andrea Orcel, «questa indicazione di voto ha solo questa motivazione ed esclude implicazioni con le partite bancarie in corso». L’ad di Gae Aulenti, la sera precedente, aveva condiviso con il cda straordinario la posizione da assumere nell’assemblea triestina, motivandola appunto «con la necessità di una discontinuità gestionale della compagnia assicurativa». Questa linea sottintende una presa di distanza dalla piattaforma sul risparmio gestito in fase di costruzione con Natixis che sta incontrando critiche da parte del governo e di ampi settori del mercato ma che Donnet ha difeso ancora ieri davanti ai soci. In più c’è da aggiungere che la scelta di campo di Unicredit ha un valore strategico perché storicamente la banca è stata sempre nell’orbita di Mediobanca di cui è stata azionista (oggi conserva una quota marginale). Nonché, assieme a Comit e Banca di Roma, è stata, nel passato, un importante canale per la raccolta risparmio per Mediobanca.

Il nuovo cda di Generali eletto ieri risulta formato da Sironi, Clemente Rebecchini, Donnet, Luisa Torchia, Lorenzo Pellicioli, Clara Hedwig Francis Furse, Antonella Mei-Pochtler, Patricia Estany Puig, Umberto Malesci, Alessia Falsarone, tratti dalla lista Mediobanca; dal super manager Flavio Cattaneo, ad di Enel, dalla giurista Marina Brogi, da Fabrizio Palermo (ad Acea) della lista Caltagirone. Il primo cda è lunedì prossimo.

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