Un nuovo capitolo della vicenda Open Arms. La Procura di Palermo ha depositato il ricorso in Cassazione contro la sentenza che ha assolto dai reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio il leader della Lega Matteo Salvini. Si tratta del cosiddetto «ricorso per saltum» che consente di evitare il giudizio di appello e di ottenere direttamente una pronuncia della Suprema Corte.
«Niente impugnazione contro le sentenze di assoluzione, come in tutti i paesi civili.
Altrimenti finiamo a ciò che è avvenuto col caso Garlasco. Al di là delle implicazioni politiche di questa scelta inusuale, si pone il problema tecnico. Come potrebbe un domani intervenire una sentenza di condanna al di là di ogni ragionevole dubbio, quando dopo tre anni di udienza un giudice ha dubitato e ha assolto? La lentezza della nostra giustizia dipende anche dall’incapacità di molti magistrati di opporsi all’evidenza. Rimedieremo», dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a margine del convegno di Fdi ‘Parlate di mafia’.
«È surreale questo accanimento, dopo un fallimentare processo di tre anni — a un ministro che voleva far rispettare la legge — concluso con un’assoluzione piena», commenta sui social la premier Giorgia Meloni . «Mi chiedo — aggiunge — cosa pensino gli italiani di tutte queste energie e risorse spese così, mentre migliaia di cittadini onesti attendono giustizia».
Open Arms, dalla vicenda all’assoluzione
Dopo un lungo processo davanti al tribunale di Palermo in cui era accusato di aver trattenuto illegittimamente a bordo della nave della ong Open Arms un gruppo di migranti soccorsi in mare nell’agosto del 2019, impedendo all’imbarcazione l’approdo a Lampedusa, Salvini, il 20 dicembre scorso, era stato assolto. La motivazione della sentenza è stata depositata a giugno. La Procura ha optato per il ricorso diretto alla Cassazione, che è giudice di legittimità, sostenendo che il verdetto di assoluzione non confuta la ricostruzione dei fatti prospettati dall’accusa, che sono dunque accertati, ma si limita, interpretando male leggi e convenzioni internazionali, a dire che l’Italia non aveva l’obbligo di assegnare alla nave spagnola il porto sicuro (Pos). Inutile dunque sarebbe, per i pm, un nuovo processo d’appello.
«Il Tribunale di Palermo è incorso nel medesimo «errore di prospettiva» riscontrato nel similare caso della motonave Diciotti», scrive la Procura di Palermo. «Le sezioni unite della Cassazione nell’ordinanza citata — scrivono i pm — i giudici hanno sottolineato che i giudici di merito si erano limitati al vaglio della normativa sugli eventi Sar, quando erano «tuttavia i connessi profili legati alla violazione della libertà personale dei migranti a segnare più propriamente la prospettiva nella quale occorre valutare la fattispecie»».
«Anche nel caso della Open Arms deve concludersi che l’ipotizzata incompetenza del Ministro al rilascio del Pos quale condizione sufficiente per escludere tout court la responsabilità dell’imputato per entrambi i reati, non può che risolversi, alla luce della peculiare tutela che l’ordinamento riserva alla libertà personale e della struttura dei due delitti, nell’omissione della motivazione in violazione dell’art. 125 c.p.p. Ciò vieppiù se si considera la formula assolutoria utilizzata che a fronte del riconosciuto trattenimento a bordo dei migranti e dell’altrettanto riconosciuta assenza di un intervento positivo del Ministro, non risulta supportata da nessuna plausibile ragione giuridica o meglio da alcuna spiegazione».
Piantedosi: «Dispiaciuto per Salvini, anche io imputabile»
«Mi dispiace molto per questa notizia, mi ha colpito molto nel rispetto profondo dei passaggi giudiziari — ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a margine del convegno «Parlate di Mafia» a Roma — Mi dispiace umanamente e personalmente e anche professionalmente, io ho vissuto quella stagione da capo di gabinetto di Salvini. Me ne sento ancora più partecipe e rivendico l’azione che fu fatta per contrastare l’immigrazione illegale che non è tanto diverso dalle mafie. Mi ritengo moralmente imputabile anche io».
Ong Open Arms: fatti ricostruiti, fiducia nella Procura
«La Procura della Repubblica di Palermo ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro l’assoluzione in primo grado di Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno, oggi vicepremier e ministro ai Trasporti, imputato di rifiuto d’atti d’ufficio e sequestro di persona in danno dei 147 naufraghi soccorsi dalla nave Open Arms nell’agosto 2019. I fatti sono stati ampiamente ricostruiti in primo grado, abbiamo piena fiducia nel lavoro della Procura». Così Oscar Camps, fondatore della ONG Open Arms.
Salvini su Open Arms: c’è chi non si rassegna, andiamo avanti
«Ho fatto più di trenta udienze, il Tribunale mi ha assolto perché il fatto non sussiste riconoscendo che difendere i confini non è un reato. Evidentemente qualcuno non si rassegna, andiamo avanti: non mi preoccupo. Difendere l’Italia e i suoi confini non è un reato», ha dichiarato Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, a margine dell’inaugurazione del Reparto Operativo Laghi della Guardia Costiera presso la sede del Provveditorato Interregionale alle Opere pubbliche a Milano. «La sentenza del Tribunale di Palermo è completa e puntuale in fatto ed ineccepibile in diritto», ha detto Giulia Bongiorno, avvocato di Matteo Salvini.
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