Tempi, modalità, documentazione. Sono più di una le domande attorno all’offerta pubblica di scambio lanciata da Mediobanca su Banca Generali, che rendono l’operazione «molto discutibile» agli occhi di Rony Hamaui, docente di Economia monetaria all’Università Cattolica di Milano. «Troppi conflitti d’interesse, troppi rapporti incestuosi», spiega all’AdnKronos. Una nuova voce a sollevare perplessità sui modi con cui l’operazione viene condotta, in vista dell’assemblea convocata il 21 agosto prossimo per decidere sull’offerta, che prevede il passaggio di Banca Generali da Generali a Mediobanca in cambio della partecipazione che quest’ultima detiene nel gruppo assicurativo triestino.
LE DOMANDE
Già Michele Calcaterra, economista della Bocconi si era espresso ad esempio sulla proposta di cancellare il lock up di 12 mesi delle azioni consegnate a Generali che richiederebbe «una valutazione ad hoc, perché cambiano le condizioni normative e sostanziali» dell’operazione. «Perché il 6 agosto, in piena estate, Mediobanca convoca in fretta e furia un’assemblea a porte chiuse, in remoto, da tenersi 15 giorni dopo, tempo minimo concesso dalla legge, per formalizzare l’Ops? Perché il consiglio ha voluto che tutti gli azionisti dovessero dare il proprio voto a un unico rappresentante? Perché l’accordo commerciale fra Generali e Mediobanca, importante per valutare le conseguenze dell’operazione, potrà essere reso noto tre giorni prima dell’ultima data utile per la consegna dei titoli, invece che al momento della pubblicazione dei termini dell’Ops?», sono le domande che si pone l’economista. Il 15 giugno scorso, il management di Mediobanca decise all’ultimo di rinviare l’assemblea prevista per il giorno dopo perché i numeri indicavano una maggioranza contraria all’operazione. A questo giro, secondo l’economista, potrebbero invece pesare, oltre all’estate, «le severe regole imposte e il poco tempo dato agli azionisti per depositare i titoli». I tempi influiranno anche sulle informazioni a disposizione degli azionisti, Generali esclusa. Soltanto all’ultimo gli altri soci conosceranno i contorni dell’accordo distributivo tra Generali e Mediobanca, anziché avere tutti i dettagli al momento della pubblicazione dei termini dell’Ops «come normalmente avviene». A parziale compensazione, aggiunge Hamaui, «Piazzetta Cuccia si dice disponibile a circoscrivere l’ambito soggettivo di tale condizione di efficacia alle sole Mediobanca e Generali, fermo restando l’eventuale successiva adesione da parte di Banca Generali. Come dire: facciamo un accordo bilaterale, e poi degli azionisti di minoranza di Banca Generali ci occuperemo dopo», spiega all’agenzia.
Infine c’è il nodo del lock-up. «Tradotto: il giorno dopo l’operazione il Leone potrà vendere “a mani amiche” il 6,5% delle proprie azioni ricevute». E lo stesso potrebbe fare Piazzetta Cuccia con il 6,5% che le rimarrà.
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