Tredici nuove fattispecie di reato (o aggravanti), l’ipotesi di un nuovo decreto legge e uno sprint, sul fronte della sicurezza, che testimonia l’importanza che il tema riveste in questa fase per Giorgia Meloni, anche a livello politico e di immagine del suo esecutivo. Si parte da Montecitorio dove ieri è stato discusso il ddl Sicurezza, ovvero il pacchetto di norme concordato dai ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, che — tra gli altri interventi — sancisce l’inasprimento delle pene sulle occupazioni abusive di case e l’aggravante per tutti i reati commessi nelle stazioni ferroviarie e nelle metropolitane. Nel primo caso, la norma ribattezzata “anti-Salis” da alcuni parlamentari tra le polemiche dell’opposizione, oltre a prevedere il carcere da 2 a 7 anni per chi occupa si velocizza di molto l’iter di sgombero degli immobili. Nel dettaglio, la polizia giudiziaria qualora ritenga di trovarsi in presenza di un’occupazione arbitraria ha il potere di reintegrare immediatamente il proprietario dell’abitazione, chiedendo solo in seguito la convalida al pubblico ministero. Un cambio di paradigma rispetto a quanto avvenuto fino a questo momento. Oggi, infatti, l’autorizzazione del pm (e tutte le verifiche necessarie) era legata all’ottenimento del permesso al sequestro preventivo. Anche la seconda norma, quella relativa a stazioni ferroviarie e metropolitane, risponde all’esigenza di manifestare un controllo maggiore sul territorio a seguito di numerosi casi di cronaca legati ai borseggiatori che imperversano sui treni. Si occupa infatti di aumentare la pena se un reato comune si svolge «all’interno o nelle immediate adiacenze» di questi luoghi o «all’interno dei convogli adibiti al trasporto di passeggeri». Un provvedimento si lega di fatto a un’altra iniziativa molto discussa, che ha causato qualche distinguo anche nella maggioranza: quello del carcere per le donne in gravidanza o con figli neonati. Il testo governativo prevede che non è più obbligatorio il differimento della pena. Un punto su cui FI si è però detta in disaccordo, presentando un emendamento opposto e aprendo una piccola crisi. A sera però, tra le proteste di Pd e Iv per l’incoerenza azzurra manifestata anche sullo Ius Scholae (bocciato emendamento presentato da Calenda), è già rientrato grazie ad un accordo che prevede l’avvio di un’attività annuale di monitoraggio da parte del governo. Tra quelle già approvate del Ddl c’è infine una norma ad hoc contro gli attivisti per il clima e gli studenti che bloccano il traffico. Si prevede infatti il carcere se due o più persone manifestano il loro dissenso intralciano la circolazione stradale o sui binari di una ferrovia (fino a questo momento era prevista una pena amministrativa). Oggi in ogni caso riprenderà l’esame, mancano all’appello una quindicina di articoli.
LE RIUNIONI
Mentre a Montecitorio andava in scena la lunga votazione sul Ddl, a palazzo Chigi Giorgia Meloni discuteva in due diverse riunioni tecniche con Piantedosi, Nordio, il vicepremier Antonio Tajani, il ministro Guido Crosetto e i vertici di Forze dell’Ordine e Servizi, sia della necessità di limare la Bossi-Fini che della volontà della premier di implementare il “modello Caivano” attraverso un nuovo decreto sicurezza che, sfruttando (molto) i fondi di Coesione e (poco) l’agibilità di bilancio, si tradurrà in una serie di interventi nelle periferie più problematiche del Paese, specie a Sud. È stata realizzata una mappatura delle aree, identificandone diverse in cui riproporre la ricetta sin dai prossimi mesi. Secondo quanto si apprende le prime aree attenzionate, anche a causa di alcuni recentissimi fatti di cronaca, potrebbero essere Scampia — dove sono già in corso nuovi sgomberi — e la periferia di Roma, specie nell’area che si estende tra il Quarticciolo e Tor Bella Monaca. Al vaglio ci sono soluzioni normative che permettano di imitare il successo dell’operazione portata a termine nel napoletano, nella consapevolezza che quella rapidità è stata in buona parte dovuta all’efficienza di un commissario ad hoc e al fatto che il comune fosse in quel momento Commissariato. Un impegno articolato che passando dalla Pa, guarda al Viminale e alla possibilità di aumentare i presidi territoriali delle forze dell’ordine, anche attingendo a nuove assunzioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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