I problemi dei colossi della Silicon Valley con l’antitrust americana continuano a crescere, specialmente da quando le big tech stanno posizionandosi per conquistare il mercato dell’intelligenza artificiale.
Da una parte c’è il dipartimento di Giustizia che potrebbe aprire un’inchiesta su Nvidia: il produttore di microchip avrebbe violato le leggi sulla competizione, rendendo più difficile ai suoi clienti cambiare processore e allo stesso tempo penalizzando i partner che non comprano solo chip Ia di Nvidia.
L’ACCUSA
Dall’altra c’è Google che la settimana prossima andrà a processo con l’accusa di aver creato un sistema di distribuzione di pubblicità che danneggia gli editori. Si tratta dell’ultimo colpo dell’amministrazione Biden per diminuire lo strapotere dei colossi tech: il 5 agosto aveva già vinto contro Google. Un giudice ha ritenuto che il suo monopolio sulle ricerche online sia illegale. A questo si aggiungono i problemi di Microsoft per l’acquisto del 49% di OpenAI con un investimento di 11 miliardi di dollari e i quattro miliardi di dollari dati da Amazon ad Anthropic, principale avversario di ChatGPT.
In entrambi i casi le autorità Usa vogliono capire se questi investimenti siano escamotage per evitare una fusione e quindi non sottostare alle regole sulla concorrenza stabilite negli Stati Uniti, in Europa e nel Regno Unito.
Intanto questo clima di incertezza e di possibili scontri legali mette sotto pressione Wall Street, che tuttavia ieri si è ripresa dallo scivolone di martedì quando lo S&P 500 aveva perso più del 2% e il Nasdaq quasi il 3,3%. A guidare la caduta libera era stata Nvidia che non ha convinto il mercato e per questo è stata punita con un crollo del 10%, il più grande in valore della storia di Wall Street, bruciando 279 miliardi di dollari di capitalizzazione. Ieri le azioni del gruppo dei chip hanno arrestato il crollo ma nel finale sono tornate a scendere del 2% circa.
Il sell-off è stato causato anche dai dati sulla produzione americana che ha creato tensioni tra gli investitori sul reale stato di salute dell’economia del paese. Questo mentre domani sono attesi i dati sull’occupazione di agosto, un indicatore fondamentale per capire le prossime mosse della Federal Reserve che il 19 settembre dovrebbe tagliare il costo del denaro per la prima volta in quattro anni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this