La via stretta per la manovra, «basta bonus a pioggia e soldi buttati». La cronaca nera che si impone e bussa al portone di Palazzo Chigi, dall’omicidio di Sharon Verzeni alla strage di Paderno Dugnano: «Non stiamo capendo cosa accade alle giovani generazioni». Le riforme che incombono, specie l’autonomia cara alla Lega che però non si farà senza aver prima «definito i Livelli essenziali delle prestazioni». E poi ancora il caso Sangiuliano, le polemiche sulle vacanze estive in Puglia.
Rieccola, Giorgia Meloni. È un fiume in piena la premier da 4 Sera, ospite di Paolo Del Debbio. Sceglie Mediaset per il ritorno in tv dopo la pausa agostana, detta l’agenda d’autunno con annesso monito agli alleati anche se «la maggioranza è compatta». Si toglie qualche sassolino. È la finanziaria a levare il sonno alla timoniera del governo. In giornata la premier posta un selfie dal suo ufficio, esulta per i dati Istat sull’occupazione in crescita: «Abbiamo il più alto numero di occupati dai tempi di Garibaldi». Venerdì ha messo in mora i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani e il capo di Noi Moderati Maurizio Lupi: niente vacue promesse, perché i soldi non ci sono.
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Le priorità
E allora anche quest’anno le stelle polari saranno «famiglie e imprese». Con un occhio di riguardo agli anziani che arrancano a fine mese. Dice Meloni: «Le pensioni minime sono una delle nostre priorità, in generale le pensioni basse». Un assist a Forza Italia che da sempre ne fa una bandiera e spera di alzarle fino a mille euro entro la fine della legislatura. «Abbiamo fatto una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo», si tenterà di proseguire su questa via, ammesso che il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti trovi il modo di far quadrare i conti con l’Ue, «queste persone sono quelle che hanno maggiore bisogno di aiuto dallo Stato».
Non scende nei dettagli la leader di Fratelli d’Italia, mentre le opposizioni la chiamano a chiarire in Parlamento: «Siamo molto preoccupati per i conti del nostro Paese e responsabilità vorrebbe che il governo venisse a riferire», la incalza dal Pd il capogruppo a Montecitorio Francesco Boccia. Tuttavia Meloni pianta paletti chiari. Spiega che l’assegno unico non sarà abolito, «semmai la sinistra ci dia una mano a difenderlo». E risponde alle accuse del centrosinistra sulla riforma federalista assicurando che il governo «interverrà per correggere le sperequazioni». Tra le righe, c’è un avviso a Matteo Salvini e ai governatori del Carroccio che vorrebbero chiudere in fretta gli accordi autonomisti.
Prima, spiega Meloni, «dobbiamo stabilire quale è il livello minimo di servizi che deve essere uguale per tutti: noi non stiamo spaccando l’Italia, ma la stiamo riunificando». Qui e lì, il capo del governo si concede uno sfogo. Contro le opposizioni e i giornali, ad esempio, che l’hanno inseguita nel suo buen retiro in Puglia, una settimana in masseria a metà agosto, e hanno accusato di poca chiarezza Meloni sulle vacanze trascorse in Valle d’Itria. «Mi dà fastidio che si sia messa in dubbio la mia responsabilità, che si sia procurato l’allarme della sparizione del Presidente del Consiglio solo perché cercavo un posto dove avere un minimo di privacy».
Segue stoccata alla sua arci-rivale, l’inquilina del Nazareno: «La prossima volta chiederò consigli a Elly Schlein, che è stata molto più brava di me, è sparita tre settimane e nessuno sa dove sia stata. Che io non voglia comunicare ad alcuni esponenti dell’opposizione, o ai paparazzi, come se avessi il braccialetto elettronico, mi sembra la cosa più naturale del mondo. Credo che chiunque abbia diritto a un po’ di privacy. Altrimenti avrei fatto il concorrente del Grande fratello».
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I fatti di sangue
C’è spazio per la cronaca, si diceva. Meloni commenta con le mani nei capelli i fatti di sangue delle ultime settimane. «Spaventosa» la strage di Paderno Dugnano: papà, mamma e fratellino uccisi a coltellate dal figlio diciassettenne. E ancora l’assasinio premeditato, insensato di Sharon Verzeni per mano di Moussa Sangare: «Qui parliamo di un ragazzo cittadino italiano integrato, a cui sulla carta non manca niente, che accoltella una ragazza senza ragione».
Insomma c’entra poco e nulla l’integrazione dei migranti in Italia, che pure sarà al centro dell’agenda di governo nei prossimi giorni, «la sicurezza sarà la mia priorità». A breve, conferma Meloni, atterrerà in Cdm una revisione della legge Bossi-Fini per tappare le falle del decreto flussi e fermare le truffe della criminalità organizzata. Non manca di affrontare il caso del momento. Difende Sangiuliano, il ministro della Cultura nella bufera per il presunto incarico a Maria Rosaria Boccia, influencer da mesi in prima fila nelle missioni ministeriali senza alcun titolo. «Mi ha garantito che non è stato usato un solo euro pubblico», taglia corto Meloni. E il corollario è: Sangiuliano non deve dimettersi.
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