FANO Voleva aprire una bottega artigiana e lasciare il lavoro da metalmeccanico in fabbrica. Per questo aveva chiesto un prestito di 60mila euro invitando i genitori a garantirlo impegnando la casa dove abitavano. Ma il sogno di Luca Ricci, 49 anni, è andato a finire male, l’impresa economica è fallita e, secondo quando trapela dallo stretto riservo investigativo sul passaggio ritenuto nodale delle indagini, il figlio delle vittime del duplice omicidio di via Fanella non è riuscito a saldare il debito. Così, l’appartamento dei genitori nello scorso mese di settembre era stato messo all’asta e sarebbe stato acquistato da un idraulico. Proprio ieri, secondo le voci del vicinato, era previsto l’incontro tra i coniugi e il nuovo proprietario. Le vittime sono Giuseppe Ricci, conosciuto come Giorgio, 75 anni, già falegname nel settore della nautica e da molti anni in pensione, e Luisa Marconi, 70 anni, casalinga.
Il fermo
Alla fine è stato fermato nella notte e portato in carcere per omicidio plurimo aggravato dalla crudeltà: dopo 16 ore di interrogatorio ha confessato di aver ucciso entrambi i genitori nella villetta. L’uomo, separato, padre di due figli, ha ammesso tutto davanti alla procuratrice Maria Letizia Fucci e alla Squadra Mobile: ha ucciso perché i genitori «non volevano darmi altri soldi» dopo che aveva fatto perdere loro la casa per i suoi debiti, la confessione nella notte.
Il rapporto compromesso
In questo rapporto economico compromesso tra genitori e figlio, ad avviso degli inquirenti, potrebbe celarsi la chiave dell’efferato fatto di sangue di via Fanella. Nel primo pomeriggio di ieri ad aspettare all’esterno del commissariato di Fano la nipote quindicenne delle vittime, convocata dalla polizia, c’era l’ex cognato di Luca Ricci, fratello dell’ex moglie Lorenza. «Gli ex suoceri di mia sorella — ha affermato lo zio della ragazzina — erano due buone persone. Li conoscevo. Fare loro del male con coscienza sarebbe una follia».
La nipote quindicenne, uscita piangente dal commissariato, ha riferito che il padre era nel commissariato ma non l’aveva potuto vedere. Aspettava di essere interrogato. L’altro cognato di Luca Ricci, il marito della sorella Orietta, è uscito a sua volta in quel momento dal commissariato ma non si è soffermato con i parenti, ha salutato frettolosamente informando l’altro zio della quindicenne che era stato ascoltato e che la polizia gli aveva raccomandato di mantenere il riserbo sulla testimonianza e, soprattutto, di non parlare con gli altri familiari.
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La difesa dell’ex cognato
Sulla questione del debito di Luca per avviare un’attività economica e dell’appartamento dei genitori perso all’asta giudiziaria perché dato in garanzia del prestito non restituito, lo zio della ragazzina ha sottolineato di non aver nulla da dire: «Sono questioni di Luca e dei suoi genitori». Poi, lontano dalle orecchie della nipote, ha aggiunto di non credere che il figlio dei coniugi ammazzati sia responsabile del duplice omicidio. «Non ce n’erano i presupposti». Sapeva che Luca Ricci era trattenuto da ore in commissariato per essere interrogato, rischiando un provvedimento di fermo, ma ha tenuto a evidenziare che «questo è un atto dovuto. Per noi della famiglia lo scenario del duplice omicidio per mano del figlio è assurdo».
Ieri mattina, gli investigatori si sono preoccupati di rintracciare anche il nipote diciassettenne delle vittime, che si era recato a scuola per seguire i corsi di recupero delle materie per le quali è stato rimandato a settembre. Una pattuglia dei carabinieri l’ha visto alla fermata dell’autobus e l’ha prelevato per accompagnarlo in Questura a Pesaro, dove gli è stata comunicata la notizia e con grande misura gli sono state poste alcune domande sulle relazioni familiari del padre con i nonni.
In quel momento, è arrivato il ragazzo che si è stretto in un forte abbraccio con la sorella, entrambi abbracciati dalla zio, nel generoso e al contempo fragile gesto protettivo per la doppia tragedia in cui i ragazzi loro malgrado sono finiti e che rischia di inghiottire il padre.
Anche l’ex moglie ha avuto nella giornata di ieri un atteggiamento protettivo nei confronti di Luca, che alle 23 era ancora trattenuto dalla polizia per rispondere alle domande sul duplice omicidio finendo a quel punto indagato per il duplice volontario.
La protezione dell’ex moglie
Alle amiche preoccupate per la notizia rilanciata dai siti web informativi locali e anche nazionali, che le chiedevano ragguagli sull’accaduto, ha risposto di non prestare fede a quanto veniva raccontato: «Ancora non si sa nulla». E, in effetti, la svolta nelle indagini si è compiuta solamente nella tarda serata di ieri.
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