A Pitti Uomo era già stato, ma Sir Paul Smith, Cavaliere insignito da Elisabetta II, uomo assolutamente ironico e alla mano, a quasi 80 anni, ha deciso di ritornare a Firenze per presentare la sua scanzonata collezione primavera/estate 2025, perché, ci racconta con entusiasmo «Non vedevo l’ora di fare le cose su una scala intima, più personale e, quindi, tornare qui mi è sembrata la mossa giusta». Lui in persona, presso villa Favard, nel centro del capoluogo toscano, ha deciso di mostrare una serie di look ispirati agli anni Sessanta.
Per farlo ha accolto i suoi selezionati ospiti in un bar, per la precisione il Bar Paul, con tanto di tavolini, tazzine, bustine di zucchero, scatole di fiammiferi e tovaglioli logati a tema. «Aperti tutta la notte, questi caffè erano un luogo dove ci si recava dopo la chiusura degli altri locali e attiravano una clientela bohémien di musicisti, artisti e designer». Insomma, promessa mantenuta dallo stilista, che ci ha confidato di puntare sempre su «qualità, l’artigianalità e… l’inaspettato!».
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I LOOK
I look sono la conseguenza del luogo, in qualche modo: le cravatte sono sciolte, le giacche da lavoro si alternano a blazer destrutturati, sulle camicie si notano macchie di colore e i classici tessuti pied-de-poule e principe di Galles sono reinventati, pur mantenendo un affascinante approccio tattile alla sartorialità. Paul Smith ha spiegato ogni outfit e, a giudicare dalla sua effervescenza nel farlo, verrebbe da non credere che non aveva alcuna intenzione di disegnare abiti. «Quando ero più giovane ero determinato a diventare un ciclista professionista — ci ha confidato — ma all’età di 18 anni ho avuto un incidente che mi ha lasciato in ospedale per sei mesi. Dopo, ho iniziato a frequentare i ragazzi della scuola d’arte locale ed è così che sono stato introdotto nella scena creativa, e sapevo che volevo farne parte! Poco dopo ho incontrato la mia attuale moglie Pauline, mi ha insegnato tutto quello che so sul taglio dei modelli e sulla sartoria. Devo tutto a lei». Un altro punto fermo della vita di quello che è stato sempre considerato «il bravo ragazzo» della moda è proprio la sua compagna di una vita e per la vita. «È un privilegio che mi vedano come un nice guy. Forse perché amo quello che faccio, ho molta passione e il mio sogno è godermi ogni giorno. E, vi svelo un segreto: ciò è diventato realtà da tempo».
LA CONFIDENZA
E proprio godendosi ogni attimo si è ritrovato a viverne due molto importanti a distanza di pochissime ore. Nello stesso giorno, il 24 novembre del 2000, infatti è stato nominato Cavaliere, alle 11, «e alle 16 mi sono sposato con Pauline: è diventata subito Lady. È un onore immenso, ma per le persone intorno a me sono ancora solo Paul». Libero, insomma, di essere ciò che vuole e anche indipendente, dopo oltre 50 anni nel settore: «Ne sono molto orgoglioso, voglio che qui si respiri sempre un’aria piacevole e leggera». Ma rimanendo fedeli a se stessi. Anche nella collezione appena presentata, infatti, lo stilista tiene a sottolineare che è importante reinventare ciò che fai, aggiungendo nuove cose ed espandendosi: «È una sfida. Secondo me la longevità è estremamente sottovalutata in questo settore. Sono consapevole di non essere mai stato il numero uno, ma tanto meglio, perché una volta arrivati in cima non si può che scendere». Forse anche per questo dice che non rinuncerebbe mai all’abito e che ne indossa uno ogni giorno, perché è pratico e comodo. E, poi, c’è il colore, quello che Sir Paul non dimentica mai: «La Signature Stripe — per la quale lo stilista è mondialmente riconoscibile — è nata per caso. I primi disegni erano realizzati con un pezzo di cartoncino e una selezione di filati per costruire una serie di strisce. Sono diventati così popolari che li abbiamo tenuti nelle nostre collezioni per molti anni a venire. Utilizzo il colore come segno di punteggiatura. I design dei miei capi sono spesso descritti come classici e senza tempo, ma aggiungere un tocco di brio mi permette davvero di dare un po’ di giocosità».
LA TANA
Quella che è presente nel suo ufficio e che ha in minima parte replicato a Firenze. La sua tana creativa, infatti, è piena zeppa di oggetti strani ricevuti da tantissime persone da ogni parte del mondo. «Sono così grato di questo. E la maggior parte non mi chiede nulla in cambio, ma io mi assicuro che almeno ognuno riceva un biglietto di ringraziamento da parte mia». Perché Paul Smith è un gentleman d’altri tempi, che esplora con curiosità la vivacità di oggi.
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