12.05.2025
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Politics

«Non ci sentiamo vincolati». L’ipotesi di un testo comune


Pazza idea. Oppure no? Mentre il dibattito sulla cittadinanza ai figli degli stranieri che frequentano le scuole in Italia infiamma la politica sotto l’ombrellone, attorno allo Ius Scholae si profila un (possibile?) asse inedito. Una convergenza tra le opposizioni e Forza Italia, il cui segretario Antonio Tajani aveva rilanciato la necessità di una riforma dalle colonne del Messaggero. Ed ecco che nel Parlamento chiuso per ferie c’è chi prova a cogliere l’assist. Vuoi per tentare di mettere zizzania nella maggioranza, vuoi perché – ribadiscono dal Pd – « ci sono migliaia di ragazzi nati in Italia che studiano in Italia e sono italiani in tutto e per tutto, ma non sono riconosciuti dalla nostra legge».

Ius Scholae, Tajani: «Diritti per chi ha studiato qui. Nessun assist a Schlein, rispetto per i nuovi italiani»

LA PROPOSTA

Insomma: l’idea è quella di provare a mettere in piedi una proposta che possa raccogliere il favore dei forzisti. E magari, trovare i numeri per diventare legge in autunno. Anche senza l’appoggio degli altri due azionisti dell’esecutivo, Fratelli d’Italia e Lega. Fantapolitica? Non necessariamente. Perché a ventilare l’ipotesi è in prima persona il portavoce azzurro Raffaele Nevi. Lo Ius Scholae «non fa parte dell’agenda di governo», premette l’esponente di FI. E come tale, «non ci sono vincoli di maggioranza»: il partito azzurro «è per la libertà di coscienza». Se ne discuterà a ottobre, quando è già in programma una mozione dei dem. «La nostra proposta non è assolutamente quella di Schlein», assicura però Nevi ad Affaritaliani. «Ma se la sinistra cambia idea e converge sullo Ius Scholae, vedremo».

Una palla subito calciata da +Europa. «Alla ripresa a settembre si può e si deve lavorare a un testo comune tra le opposizioni e Forza Italia», suona l’appello di Riccardo Magi. Che nel frattempo sta per far partire la raccolta firme per modificare la legge attuale, del ‘92, a colpi di referendum: «I numeri possono esserci se c’è la volontà e l’onestà politica».

Facile a dirsi, meno, forse, a farsi. Un po’ perché in casa dem vorrebbero andare oltre: il Nazareno, dove Elly Schlein non si pronuncia in attesa di capire se ci siano margini concreti per aprire una discussione, è schierato su una posizione più radicale, quella di uno Ius Soli seppur temperato (ossia la cittadinanza alla nascita a patto che almeno un genitore viva in Italia da almeno cinque anni col permesso di soggiorno e disponga di una soglia minima di reddito). Un po’ perché le posizioni, nonostante l’apertura degli azzurri, restano piuttosto distanti.

Sia Avs che M5S, con Luana Zanella e Vittoria Baldino, nei mesi scorsi hanno presentato proposte di legge per riconoscere la cittadinanza a bambini e ragazzi che abbiano frequentato almeno cinque anni di scuola in Italia e concluso almeno un ciclo scolastico o di formazione professionale. Un criterio che piace al Pd, che però punta a ripartire dal testo approvato dalla Camera due legislature fa, all’epoca del governo Gentiloni. Che prevedeva, appunto, anche una forma temperata di diritto di cittadinanza per nascita.

LE DISTANZE

Un modello che invece non piace a Forza Italia. Che vorrebbe far diventare cittadini i ragazzi che hanno frequentato almeno dieci anni di scuola nel nostro Paese, non cinque. Elementari, medie e due anni di superiori. Distanze non da poco. Tanto che il modello forzista, più che alle proposte delle opposizioni, pare avvicinarsi alla visione di Fratelli d’Italia. Non a caso uno Ius scholae con il requisito di dieci anni di istruzione era stato ipotizzato in passato da Giorgia Meloni e rilanciato di recente da Sara Kelany, responsabile immigrazione di via della Scrofa. Dove però si sottolinea che il tema «non è all’ordine del giorno». Chi non ci sta è la Lega, fatta eccezione per il governatore del Veneto Luca Zaia (favorevole alla cittadinanza per chi studia in Italia).

Così, mentre in maggioranza si attende un segnale dalla premier, che sull’argomento – per ora – preferisce non pronunciarsi anche per non aumentare le frizioni tra alleati, l’opposizione studia la possibilità di mettere a segno un colpo. Sempre che (ed è il calcolo che fanno dentro FdI) il possibile asse tra FI e il centrosinistra, servito dalle Olimpiadi, non faccia la fine di certe avventure estive, che evaporano con l’arrivo di settembre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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