Le parole del ct Gennaro Gattuso nel post-partita di Italia-Moldavia hanno destato parecchie polemiche. Il commissario tecnico della Nazionale ha condannato il comportamento di alcuni tifosi che durante la partita avevano fatto partire cori contro i suoi ragazzi e aveva detto: «Non accetto che durante la partita si dicano frasi del tipo «andate a lavorare», è una vergogna. Questo gruppo sta lasciando tutto sul campo, noi andiamo avanti per la nostra strada e raggiungeremo il nostro obiettivo».
Il botta e risposta tra Gattuso e La Russa
Poche ore dopo era arrivato il commento del presidente del Senato Ignazio La Russa che è andato contro i commenti del ct: «Non si può dire «vergogna» a uno spettatore che fischia. Non voglio fare polemica, Gattuso ha ragione quando dice che in vista della speranza di andare ai Mondiali dobbiamo unirci e sostenere la nazionale. Ma anche i fischi degli spettatori possono essere uno stimolo, finché non si sfocia nella violenza». Il presidente ha aggiunto: «Le contestazioni normali degli spettatori non devono essere accusate di eccessiva forza, bisogna ringraziare gli spettatori perché anche quel fischio è figlio dell’amore per la squadra. Rispetto assoluto per gli spettatori che hanno tutto il diritto di applaudire e di fischiare, purché non si arrivi alla violenza».
Oggi Gattuso in conferenza stampa, alla vigilia di Italia-Norvegia, è tornato sull’argomento e ha risposto così a La Russa: «Rispetto quello che ha detto, ma non so dov’era la sera della partita: sicuramente non allo stadio, ma non deve neanche averla vista in tv, perché era chiarissimo quello che si è sentito».
«Gente che augurava la morte, altri che minacciavano di venire a Coverciano, altri che invitavano ad andare a lavorare. Sono d’accordo con La Russa quando dice che i fischi vanno accettati e io li ho sempre accettati. Ma quelli non erano fischi, erano cose molto più gravi: per me non accettabili» ha concluso l’ex centrocampista del Milan.
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