Economy

«Non abbiamo l’anello al naso»


«Non abbiamo l’anello al naso: sappiamo che ci sono tante situazioni patologiche, mettetevi gradualmente a posto e avrete un dialogo molto più collaborativo con l’amministrazione finanziaria». La strategia del «fisco amico» del governo, evidentemente, non vuole dire tendere la mano agli evasori. E il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, invita il mondo degli autonomi ad aderire al concordato biennale preventivo.

Ravvedimento speciale, concordato preventivo e rottamazione quater: le scadenze fiscali di luglio

«Abbiamo dei dati — ha spiegato Leo intervenendo al «Forum in masseria», organizzato da Bruno Vespa e Comin & Partners — che lasciano un pò perplessi: vediamo ad esempio che un imprenditore che dichiara 15.000 euro paga il dipendente 20.000 euro, la cosa non regge. Alla luce di questo la proposta del fisco sarà verosimile». Le parole di Leo sono una ulteriore conferma di quanto l’esecutivo Meloni punti sul concordato biennale. E, soprattutto, ad aiutare il ceto medio alleggerendo la pressione fiscale.

LE RISORSE
Dai proventi del nuovo meccanismo di accertamento tributario, che riguarda circa 4,5 milioni autonomi con giro d’affari inferiore a 5 milioni sono attese le risorse per ridurre la pressione fiscale per i redditi sopra i 50 mila euro. «Non è un condono, facciamo pagare tutti con una dilazione, lo facciamo per le piccole imprese, per il mondo dell’agricoltura, abbiamo fatto già un primo provvedimento e ora abbiamo presentato un decreto correttivo. Diamo più tempo ai contribuenti di aderire a questa proposta di concordato» ha chiarito il viceministro dell’Economia.

LE PROPOSTE
Leo, che ha confermato la struttura a tre aliquote dell’Irpef (23, 35 e 43 per cento) ha spiegato che il governo sta procedendo a una riforma fiscale epocale. «Vogliamo agire ex ante — ha detto Leo — e in questo alveo si colloca anche il concordato preventivo biennale. L’amministrazione finanziaria fa delle proposte: questo è il reddito verosimile e dice in questo biennio anche se avrai redditi superiori, ai fine delle imposte sul reddito, non pagherai di più. Se ci saranno risultati positivi — ha dunque ricordato il viceministro — il nostro obiettivo è addolcire le aliquote per chi ha reddito sopra i 50mila euro che non possiamo considerare super ricchi ma pagano — tra aliquota del 43% e addizionali — sopra il 50%, è una cosa che va corretta».

LA STRADA
Leo si è comunque detto fiducioso sulla composizione della legge di Bilancio («le risorse dipenderanno dai risultati dell’autotassazione» ha ammonito), non ha escluso una riduzione del canone Rai. «Io sono favorevole al taglio delle tasse — ha argomentato Leo — ma ovviamente trovando le necessarie coperture, poi vedremo come si potrà articolare. Ci sono diverse opzioni sul tappeto, prima vediamo come poter lavorare».

In tema di incentivi, il viceministro ha indirizzato un messaggio rassicurante alle imprese spiegando che «è necessario distinguere i contributi buoni da quelli non buoni. Tra quelli buoni penso a quelli innovativi: 4.0, 5.0 e per ricerca e sviluppo che devono rimanere e devono essere salvaguardati. I crediti di imposta non buoni invece devono essere tolti di mezzo». In merito alla delicata questione dei dazi, ha invocato prudenza in quanto si tratta di un tema complicato.

« Noi in Europa ha ricordato il viceministro — abbiamo introdotto la web tax che non viene vista bene dagli Stati Uniti. Il rischio è che se facciamo fughe in avanti ci sia un incremento dei dazi. Per questo dobbiamo muoverci con grande attenzione».

Infine, ancora in tema fiscale, con un occhio rivolto al problema del «dumping» nel continente, Leo ha detto che «la concorrenza fiscale sleale tra paesi Ue è deprecabile ma bisogna cambiare le regole del gioco».

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