18.05.2025
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Politics

nomi e incarichi. E gli scenari dopo la nomina di Fitto


Alla fine, Raffaele Fitto l’ha spuntata. L’italiano ha ottenuto la vicepresidenza della Commissione Ue con Deleghe alla Coesione e alle Riforme, quel ruolo «di peso» tanto agognato dalla premier Giorgia Meloni, che l’ha infatti definito «un riconoscimento importante» con l’Italia che «torna finalmente protagonista in Europa».

Una vittoria strategica non indifferente, specie se si pensa che i conservatori di Ecr non fanno parte dell’attuale maggioranza all’Eurocamera e che la leader di FdI aveva votato «no» alla rielezione di Ursula von der Leyen a capo dell’esecutivo Ue. Scongiurato così da un lato il sorpasso a destra dei patrioti, dall’altro l’isolamento in Europa tanto paventato dalle opposizioni. Anche se la sfida per Fitto sembra essere appena cominciata. 

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Vicepresidenza Ue a Fitto: cosa succede ora

Già, perché ad attendere Raffaele Fitto — e gli altri commissari — adesso c’è la fase spinosa delle audizioni che si terranno a metà ottobre e che von der Leyen ha voluto calendarizzare in fretta e in furia in vista di possibili bocciature. Per l’approvazione, infatti, serve l’elevata maggioranza dei due/terzi. Ma il rischio di un «no» per l’italiano non sembra esserci: a liberali e socialisti, è il ragionamento, non converrebbe opporsi all’esponente dei conservatori e mettere a serio rischio il complesso equilibrio trovato a fatica dalla presidente della Commissione Ue.

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Le incognite

In questo senso, gli occhi sono puntati sul Pd di Elly Schlein, con già numerosi dem schieratisi nei giorni scorsi affianco all’italiano in nome del prevalere dell’interesse nazionale su quello di partito. Una mossa che rischia di suonare come un importante riconoscimento per Meloni, ma che sembra anche la più naturale. C’è chi però si riserva di ascoltare le dichiarazioni di Fitto durante le audizioni parlamentari prima di esporsi. E la domanda sorge spontanea: le posizioni dell’italiano, ad esempio su temi divisivi come il Green Deal, rispecchieranno quelle della maggioranza di Governo? O saranno digeribili anche dalle opposizioni e sposeranno il punto di vista di popolari e socialisti, che detengono la maggioranza in Ue?

La casella

Rimane poi l’incognita del posto lasciato vuoto da Fitto nella squadra di Governo, quello di ministro degli Affari europei, delle politiche di coesione e del PNRR. L’italiano potrebbe verificare le possibilità per una proroga dei tempi per il prolungamento degli interventi. Quel che è certo è che, al momento, le deleghe del ministro per gli Affari europei rimarranno a Palazzo Chigi. Ma la prospettiva del rimpasto rimane realistica e potrebbe affacciarsi già dopo l’approvazione della Manovra. 

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