15.05.2025
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Economy

«No posti in cda Commerz»


«Non chiederemo posti nel cda di Commerzbank», «al momento si tratta solo di un investimento. Non ci sono offerte, siamo «un azionista strategico». Ma «abbiamo fatto un investimento da 3,5 miliardi» per il 21%, di cui l’11,5% ancora potenziale tramite derivati, «qualsiasi strada abbiamo davanti richiede il dialogo con tutti gli stakeholders». Ieri mattina a Londra dove è intervenuto alla 29° Ceo conference di Bank of America, Andrea Orcel ha fatto un punto misurato sullo stato dell’arte di un’operazione che negli ultimi giorni il governo di Berlino ha bollato come «atto ostile» ma che, secondo l’ad di Unicredit, «può creare una banca più forte per sostenere l’economia e la crescita che deve accelerare, in un momento in cui l’Europa si trasforma». Nell’occasione il banchiere romano ha annunciato di rialzare il target di utile netto dell’anno in corso sopra 9 miliardi rispetto al precedente 8,5 miliardi. E questo upgrade ha fatto girare in positivo il titolo Unicredit, in una giornata opaca della Borsa chiudendo a 37,64 euro (+ 1,64%) mentre Commerz ha registrato una performance ugualmente positiva a 15,28 euro (+ 1,13%).

Il tono e il contenuto del suo intervento hanno confermato che l’acquisto dell’11,5% tramite derivati non è stato per mettere Berlino con le spalle al muro, ma per approfittare di un prezzo ancora conveniente e avere la possibilità, nel caso si aprissero le porte, di poter proseguire la scalata con un costo non esagerato.

TRE ALTERNATIVE A BERLINO

Orcel ha aperto l’incontro in modo originale: «Sono sicuro siate tutti interessati all’investimento in Commerzbank, per prima cosa voglio sottolineare che l’attenzione del team è su UniCredit, lo spettacolo principale è Unicredit. Siamo concentrati su quello, il resto è un investimento» che «al momento è dovuto al modo in cui Commerz si adatta ai nostri parametri». Al prezzo a cui la banca ha effettuato l’investimento, prevede un ritorno «ben superiore al 15%». Orcel inoltre ha ricordato che l’istituto ha messo in piedi coperture per proteggersi da eventuali flessioni del valore.

La strada futura prevede «tre alternative: rimaniamo così e aiutiamo Commerzbank a cristallizzare il valore inespresso che crediamo ci sia»; «troviamo il modo di fare una cosa più grande, ma per farlo entrambe le parti devono volerlo»; o se tutto questo «non funziona vendiamo, auspicabilmente nel nostro capitale tornerà di più di quanto è uscito e lo distribuiremo agli azionisti». Orcel ha invitato a non «sottovalutare quanto siamo disciplinati: non abbiamo bisogno di fare qualcosa insieme» a Commerbank, «non siamo obbligati a farlo». «Se la domanda è se saremo costretti a farlo a termini che non convincono, la risposta è no», ha concluso, ribadendo che «tutti gli scenari sono aperti, non ce n’è uno che predomina». «Qualsiasi strada abbiamo davanti richiede di continuare il dialogo», ha sottolineato, «siamo molto interessati a riaprire un dialogo su Commerz», ha ripetuto per sgombrare il campo dal sospetto di un take over ostile.

Intanto, UniCredit ha avviato il processo di internalizzazione del business bancassurance vita in Italia attraverso la disdetta degli accordi con Cnp Assurances e Allianz. UniCredit esercita quindi la call sul 51% di Cnp UniCredit Vita detenuta da Cnp Assurances e sul 50% di UniCredit Allianz Vita detenuta da Allianz. Al perfezionamento dell’operazione — previsto nel corso del 2025 — deterrà quindi il 100% di entrambe. Il business danni non sarà impattato e continuerà ad essere gestito attraverso la jv con Allianz come comunicato al mercato nel gennaio 2022.

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