«Guai se abbiamo paura di concedere diritti meritati: saremmo un centrodestra oscurantista che non si rende conto dei cambiamenti della società». Antonio Tajani, alla festa di Forza Italia Giovani a Bellaria, è tornato a rilanciare il tema dello Ius scholae. Attribuire la cittadinanza dopo dieci anni di scuola per integrare figli di persone immigrate regolari o persone rifugiate come ucraini: la proposta di legge, annunciata nelle scorse settimane, dovrebbe essere presentata entro fine mese. Ma la posizione di FI, confermata ieri dal segretario azzurro, fa capire che non c’è alcun arretramento in vista. Anche se Raffaele Nevi, portavoce del partito, sottolinea che non è una priorità al momento, si penserà prima all’economia e alla legge di bilancio. Soltanto che i toni del ministro degli Esteri sono perentori e hanno dato non poco fastidio alla Lega.
LA REPLICA
Il numero due del partito di via Bellerio, Andrea Crippa, ha subito chiarito che non se ne parla, la legge va bene così com’è. «Il diritto a diventare cittadino italiano grazie alla formazione e allo studio è sacrosanto — ha detto il responsabile della Farnesina -. Chi si è conquistato il diritto di essere italiano meriti di esserlo, non conta il colore della pelle». «L’Italia è il Paese in Europa che ogni anno concede più cittadinanze in tutta Europa agli stranieri. E la cittadinanza – gli ha replicato il fedelissimo di Salvini — si conquista con un percorso di vita e di integrazione nella società e di rispetto nei nostri valori storici e culturali. La cittadinanza non si regala». Gli ex lumbard rilanciano pure un sondaggio secondo il quale gli italiani (per il 53,6%) siano contrari a cambiare le carte in tavola. Martedì parte la discussione sul ddl sicurezza alla Camera e il tema dovrebbe essere rilanciato dall’opposizione, anche se ogni tipo di emendamento in Aula sulla questione dovrebbe essere dichiarato inammissibile e comunque FI non è disponibile a fare da sponda. Solo che, come dice anche un esponente di Fdi, bisognerebbe cominciare a parlarne, proprio perché Tajani non molla e il centrodestra rischia di spaccarsi.
LA MEDIAZIONE
I pontieri nell’alleanza ipotizzano un compromesso, ovvero di permettere la presentazione della domanda dopo l’obbligo scolastico, a 16 anni, non una concessione anticipata ma un taglio sui tempi in modo che a 18 anni possa essere subito riconosciuta la cittadinanza, magari con il silenzio-assenso. In FI si ipotizza anche di attribuire la cittadinanza dopo un esame di italiano. La Lega comunque fa muro, anzi sulla scia del caso dell’assassinio di Sharon Verzeni, dovrebbe presentare un emendamento per sospendere la cittadinanza agli stranieri per reati gravi. Si prevede dunque fibrillazione nella coalizione di governo, anche perché Fi presenterà un emendamento sulle detenute madri (non si esclude che si voti a scrutinio segreto) e c’è maretta sullo stop alla cannabis light, l’esecutivo potrebbe aprire ad una modifica della proposta approvata in commissione per le proteste della filiera della canapa.
Ma la querelle è soprattutto sullo Ius scholae, con Fratelli d’Italia che non chiude alla battaglia di FI ma ritiene che i tempi non siano maturi per una discussione e che comunque vada trovata una soluzione adeguata. «Nessuno sbandamento a sinistra. Dobbiamo avere un centrodestra moderno», insiste Tajani. «Sappiamo bene che non rappresenta un punto dell’azione di governo ma all’interno del dibattito parlamentare continueremo a portare avanti la nostra posizione», afferma il forzista Alessandro Cattaneo. «È una questione delicata che vogliamo approfondire», spiega Nevi. «È una battaglia sacrosanta», dice anche l’azzurro Flavio Tosi. Mentre il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, attacca la sinistra: «Fino a qualche mese fa la formula più ricorrente era lo Ius soli. La verità è che è alla ricerca di posizionamenti senza avere un’idea precisa di che cosa vuole». «Il referendum è l’unica via se la politica non se ne occupa», rileva Riccardo Magi, segretario di +Europa. Sulla stessa lunghezza d’onda Benedetto Della Vedova: «Dobbiamo investire sull’arrivo e l’integrazione dei migranti». «Serve nuova cittadinanza, per il lavoro e per pagare le pensioni. Ma nulla accade», attacca il leader di Azione Carlo Calenda.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this