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«No a centrodestra oscurantista». La strategia di FI per prendersi il centro


Qualcuno ha parlato della volontà di spostarsi verso un centro moderato, qualcun altro di bluff. Quel che è certo è che la battaglia di Forza Italia sullo Ius Scholae continua. Lo ha ribadito il segretario azzurro Antonio Tajani alla festa dell’ala giovanile del partito a Bellaria: «Guai se abbiamo paura di concedere diritti meritati — ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri — saremmo un centrodestra oscurantista che non si rende conto dei cambiamenti della società». 

Forza Italia si conferma così una voce fuori dal coro nell’alleanza di centrodestra. Sul tema Ius Scholae, Fratelli d’Italia e Lega hanno da subito invitato Tajani ad attenersi al programma di governo, che non comprende la modifica della legge sulla cittadinanza.

La norma va bene così, è la replica al titolare della Farnesina. Che però mantiene il punto: «Il diritto a diventare cittadino italiano grazie alla formazione e allo studio è sacrosanto. Chi si è conquistato il diritto di essere italiano meriti di esserlo, non conta il colore della pelle».

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Lo spostamento al centro: la strategia di Tajani

Insomma: Antonio Tajani non è disposto a indietreggiare sullo Ius Scholae. Non sono bastati i moniti degli alleati, che lo hanno accusato di minare la stabilità del governo su un tema non prioritario. La parabola di apertura sui diritti di Forza Italia prosegue. Le avvisaglie di uno spostamento verso il centro moderato, d’altronde, c’erano da tempo: basti pensare alle parole pronunciate a giugno da Marina Berlusconi, che aveva dichiarato di sentirsi «più in sintonia con la sinistra di buon senso» sui diritti civili come «aborto, fine vita o diritti LGBTQ».

E adesso — dopo il buon risultato alle Europee, che hanno sancito il sorpasso di FI sulla Lega — gli azzurri provano a farsi sentire, a rivendicare un ruolo da protagonisti nella coalizione di maggioranza. Il bacino di voti, è il ragionamento, ora lo permette. E forse va letta anche così la volontà di Tajani di non indietreggiare sullo Ius Scholae. Ma c’è dell’altro. «Al centro ci sono praterie», diceva il leader di Italia Viva Matteo Renzi nell’avviare l’ambizioso progetto del Terzo Polo. E ora che quel progetto è fallito, le praterie che si aprono «tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein», così si è collocato Tajani, riesce a vederle anche Forza Italia. 

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Lo spazio politico per crescere al centro oggi c’è, specie in una coalizione in cui le posizioni moderate ed europeiste (vedi il «no» di Meloni a Von der Leyen alla guida della Commissione Ue) non vanno per la maggiore. Ma Forza Italia, appunto, non appartiene a quell’oscurantismo. E Tajani adesso può guardare anche al mondo cattolico, sempre più lontano da meloniani e leghisti su premierato e autonomia differenziata. Riforme, queste, che non fanno sognare neanche i forzisti. E che portano a pensare che la rottura sullo Ius Scholae potrebbe essere solo l’inizio. 

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