23.05.2025
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Politics

«Niente soldi pubblici, solo gossip»


Dopo giorni di polemiche per “il caso Sangiuliano” — ruotato intorno al ruolo della presunta consigliera del ministro della Cultura Maria Rosaria Boccia e l’accesso che la consulente-influencer avrebbe avuto a dossier riservati del ministero — la premier Giorgia Meloni, che ieri ha avuto contatti con il ministro nella bufera, sgombra il campo dai dubbi. «Ho parlato con il ministro Sangiuliano, soprattutto per le questioni che interessano il profilo del governo e mi dice che effettivamente lui aveva valutato la possibilità di dare a questa persona un incarico di collaborazione non retribuito, poi ha fatto una scelta diversa». Ergo: niente dimissioni in vista, come invece chiedono in coro le opposizioni che attendono al varco Sangiuliano in Parlamento con una trafila di interrogazioni firmate Italia Viva, Pd e Cinque Stelle. Spiega Meloni ospite di Del Debbio su Mediaset: «Sangiuliano mi garantisce che questa persona (Boccia, ndr) non ha avuto accesso a nessun documento riservato, particolarmente per quello che riguarda il G7 e soprattutto mi garantisce che neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici è stato speso per questa persona. E queste sono le cose che a me interessano per i profili di governo, poi il gossip lo lascio ad altri perché non ritengo di doverlo commentare io». Ma in serata ecco il colpo di scena. Su instagram Boccia posta le foto (pixelate) di due documenti in suo possesso sul G7 Cultura, con tanto di programma orario delle sessioni dei ministri. E tagga proprio la premier, a pochi minuti dall’intervista tv. Insomma, non finisce qui. Per tutta la giornata ieri si sono inseguite voci di un vis-a-vis tra il ministro e la premier a Palazzo Chigi. Le ricostruzioni del Foglio e la mail pubblicata da Dagospia con cui il sovrintendente degli scavi informa i dirigenti del ministero e per conoscenza la Boccia sulla logistica del G7 cultura in programma a Pompei, città natale della consigliera-ombra nella bufera, hanno riattizzato le polemiche. Non risultano al momento atti ispettivi avviati da Palazzo Chigi per verificare l’operato del ministro e dei suoi collaboratori. Né indagini giudiziarie in corso. Sono stati usati fondi pubblici per pagare viaggi, trasferte, alloggi alla aspirante collaboratrice campana — proprietaria di negozi di abiti per spose — oppure no? Dal ministero negano. Traspare, questa sì, una certa apprensione per l’appuntamento dei ministri della Cultura G7, preparato nei minimi dettagli e in programma tra Napoli e Pompei dal 19 al 21 settembre. Difficile però che il vertice salti o sia rinviato, spiegano fonti ben informate. E questo perché le informazioni recapitate a Boccia in una mail del ministero con in copia i dirigenti del Collegio Romano — accenni alla logistica della venue e ai possibili spostamenti dei ministri a Pompei — non sarebbero tali da porre un problema per la sicurezza nazionale. Il nodo, semmai, è politico. Sangiuliano non ha ancora commentato le indiscrezioni e le accuse mosse nei suoi confronti. Certo il coro delle opposizioni per le dimissioni del ministro non è un bel sentire per la timoniera di Palazzo Chigi rientrata dalle vacanze.

LA LINEA

Al netto dell’irritazione per il terremoto mediatico, come ribadito in tv dalla leader, la linea al momento è: calma e gesso. Con il ministro Meloni si era già sentita in questi giorni, gli ha chiesto in privato la sua versione a margine del Consiglio dei ministri venerdì. In attesa che Sangiuliano e il suo staff replichino punto per punto alle incongruenze rivelate dai giornali, la leader di FdI non chiede dimissioni o passi indietro. Del resto il contesto non è dei migliori. A fine ottobre un ministro abbandonerà la nave del governo: Raffaele Fitto, inviato a Bruxelles con i galloni di commissario europeo. C’è poi il caso giudiziario che incombe sulla ministra Santanché, indagata per truffa a danni dello Stato e falso in bilancio: se al rinvio a giudizio dovesse seguire una condanna, sarebbe difficile escludere un passo indietro. A quel punto, l’ipotesi di un mini-rimpasto, scacciata in tutti modi dalla premier in questi mesi, prenderebbe forma. Per il momento, Sangiuliano non si muove.

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