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«Nessuna nuova proposta, ma disponibili ai segnali degli alleati»


Una proposta in Parlamento per fermare l’obbligo vaccinale? Non per ora, almeno a sentire il senatore della Lega, Claudio Borghi. 

«Al momento — spiega l’esponente del Carroccio al Messaggero — non c’è nessuna nuova proposta di legge per eliminare l’obbligo vaccinale. La depositeremmo volentieri nel momento in cui ricevessimo un segnale da parte degli alleati. Penso segnatamente a Fratelli d’Italia».

Nelle ultime ore, sulla scia delle polemiche sul Nitag, il Gruppo consultivo nazionale sulle vaccinazioni, composto da 22 membri nominati e subito dopo revocati dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, per la presenza di alcuni componenti con posizioni critiche sulle politiche vaccinali — si sono cominciate a far largo ipotesi di un ritocco alla legge Lorenzin, quella che ha reso obbligatorie vaccinazioni per i minori tra 0 e 16 anni. Voci alimentate dalle critiche giunte al titolare dal dicastero di via Lungotevere, non solo da Matteo Salvini («dirsi dubbiosi su questo strumento non è antiscientifico»), ma anche dal meloniano Francesco Lollobrigida: «Non sempre il pensiero dominante è giusto», ha detto il ministro dell’Agricoltura al Foglio. Non si tratterebbe di certo del primo tentativo di rimettere mano alla legge Lorenzin. Già nel dl liste d’attesa proprio Borghi aveva presentato un emendamento per eliminare l’obbligo.

«All’epoca – spiega a questo giornale — avevo promesso alle associazioni più attente agli affetti avversi delle vaccinazioni che avrei presentato un emendamento nel primo provvedimento utile. Ma è chiaro che in maggioranza, più che fare blitz, serve trovare un accordo. All’epoca il mio emendamento è stato giudicato inammissibile, e il presidente della commissione ha deciso di non aprire il cantiere sul tema».

L’esponente del Carroccio sottolinea ancora che la contrarietà del suo partito, più che sui vaccini in sé,  si appunta sul concetto di obbligo: «Negli altri Paesi ci sono solo raccomandazioni. Senza entrare sull’aspetto medico, una quota di vaccini pediatrici così alta rischia di portare a effetti opposti, ovvero che non se faccia nessuno». 

Per il senatore del Carroccio, inoltre, basterebbe anche applicare la legge che già c’è: «Il ministero è inadempiente, visto che la legge Lorenzin prevede che dopo ogni tre anni ci sia la revisione dell’efficacia delle misure o della necessità del mantenimento, ma non mi risulta che sia mai stato fatto».


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