Rischia di inasprirsi la guerra dei dazi tra Cina ed Europa. Nel mirino di Pechino adesso sono finite le importazioni di veicoli europei a benzina di grossa cilindrata – quelle con motori superiori a 2,5 litri – in risposta alla decisione di Bruxelles di far partire, da ottobre, una tassa aggiuntiva sulle vetture elettriche in ingresso dalla Cina nei paesi Ue. E a pagare il prezzo più alto potrebbe essere la Germania, particolarmente esposta. Tremano Mercedes Benz e Porsche.
IL SETTORE
Quello delle auto a benzina di grossa cilindrata è un settore che, stando alle stime, vale circa 18 miliardi di dollari. Circa il 30% dei grandi veicoli importati da Pechino arriva proprio dalla Germania, seguita dalla Slovacchia con il il 20%. Più nel dettaglio, il dipartimento finanziario del ministero del Commercio cinese ha appena discusso del possibile aumento delle aliquote dei dazi in un vertice con i rappresentanti dell’industria automobilistica nazionale. Come detto, l’obiettivo sarebbe quello di colpire le importazioni di veicoli europei a benzina di grossa cilindrata. Con un comunicato il ministero del Commercio di Pechino ha spiegato che i funzionari hanno «raccolto le opinioni e i suggerimenti dell’industria, di esperti e accademici riguardo l’aumento delle tariffe di importazione sui veicoli a carburante con motori di grossa cilindrata».
Una simile iniziativa rischia di aggravare ulteriormente le tensioni commerciali tra Cina e Ue. I produttori cinesi, di fronte alla stretta in arrivo sulle e-car, avevano suggerito a giugno di portare dal 15% attuale al 25% i dazi sui veicoli occidentali. Il prossimo ottobre i 27 Stati membri dell’Ue dovranno votare invece sull’introduzione di dazi aggiuntivi, fino al 36,3%, sui veicoli elettrici di produzione cinese, che si sommerebbero al dazio standard del 10% già in vigore per le importazioni.
La Germania, principale esportatore di veicoli con motori superiori a 2,5 litri, per un valore di 1,2 miliardi di dollari nei primi mesi dell’anno secondo i dati delle dogane cinesi, si è astenuta insieme a Finlandia e Svezia nel voto consultivo di luglio sull’adozione definitiva delle tariffe sulle auto elettriche cinesi. E, chiaramente, non è stato un caso.
Tra i modelli europei più richiesti in Cina ci sono il Suv di grandi dimensioni Gle Class di Mercedes-Benz, le berline S Class e la Porsche Cayenne, che insieme rappresentano oltre un quinto delle 155.841 auto di marchi europei importate nei primi cinque mesi dell’anno, stando ai dati diffusi da China Merchants Bank International. Il governo tedesco a questo punto ritiene indispensabile che Bruxelles e Pechino trovino una soluzione per evitare i dazi sull’industria dell’auto e il rischio di una spirale.
IL VALORE
Le esportazioni di veicoli passeggeri con motori superiori a 2,5 litri dall’Europa alla Cina hanno totalizzato 196.000 unità nel 2023, in aumento dell’11% su base annua, secondo i dati della China Passenger Car Association. Nei primi quattro mesi del 2024, invece, l’export di questi veicoli dall’Europa alla Cina è stato di 44.000 unità, in calo del 12% sull’analogo periodo del 2023. Le spedizioni di auto dell’Ue verso il Paese asiatico hanno toccato un controvalore di 19,4 miliardi di euro (20,8 miliardi di dollari) nel 2023. La Slovacchia è il quarto fornitore di auto con motori di grandi dimensioni in Cina e il secondo nell’Ue. Quest’anno ha esportato suv per 803 milioni di dollari. Anche gli Stati Uniti, il Regno Unito e il Giappone esportano un gran numero di auto con motori superiori a 2,5 litri e presumibilmente, con il contenzioso Pechino-Bruxelles, trarrebbero i maggiori benefici dall’aumento dei dazi.
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