LA STRATEGIA
ROMA Accelerare. Dopo l’approdo in Consiglio dei ministri ad agosto scorso, il disegno di legge targato Nordio-Schillaci — che introduce un regime di detenzione domiciliare in strutture specializzate per condannati tossicodipendenti e alcoldipendenti — si prepara a percorrere il primo miglio a Palazzo Madama. Martedì scorso l’assegnazione in commissione Giustizia del testo, che potrà godere di un più rapido: voti degli emendamenti in commissione e passaggio in Aula solo per l’approvazione finale. Un dossier del Senato, preso in visione dal Messaggero, dà conto dell’impatto delle nuove norme e dei primi passi per realizzare il piano destinato, in prima battuta, ai condannati affetti da dipendenze e con pene da scontare non superiori a 8 anni (o a 4 in caso di reati di maggiore pericolosità sociale).
I NUMERI
Al 31 dicembre 2024 risultavano presenti all’interno delle strutture penitenziarie italiane 19.755 detenuti con la sola tossicodipendenza (il 31% dell’intera popolazione carceraria), da sommare agli alcoldipendenti, approssimativamente 6300. Il dossier stima che i soggetti potenziali beneficiari delle misure siamo quasi 11mila nel primo caso e 3772 nel secondo. Per quanto riguarda i beneficiari effettivi, però, almeno per il 2026, prevale la cautela: si prevede, infatti, che il numero medio di detenuti tossicodipendenti condannati che richiederanno la misura saranno circa 217: totale che scende a 76 nel caso dei detenuti con dipendenze da alcol. Numeri che impattano anche sulle prime misure da mettere in campo: sono 500 i posti letto da considerare «aggiuntivi rispetto al più ampio sistema sanitario», con un costo medio giornaliero di 106,50 euro da destinare al trattamento terapeutico riabilitativo nell’arco di 365 giorni. Per un onere che, complessivamente, nel 2026, si potrebbe aggirare intorno ai 19,5 milioni di euro. Una cifra che non copre solo le spese per i detenuti che richiederanno la detenzione domiciliare. Il disegno di legge inserisce una sorta di «patteggiamento speciale», ovvero la definizione anticipata del processo con finalità di recupero per gli imputati che siano tossicodipendenti e alcoldipendenti.
Nel dossier, poi, una fotografia dettagliata della capacità ricettiva nazionale e dei costi associati ai servizi erogati nel percorso riabilitativo da parte delle comunità terapeutiche e delle strutture di accoglienza accreditate. L’analisi, a partire dai dati (aggiornati a luglio 2022) pubblicati dal Dipartimento per le politiche antidroga e le altre dipendenze, mette in luce come dei 13.276 posti letto presenti in Italia, il 97,51% sia gestito in regime privato, mentre i residuali siano in regime pubblico o misto. Ad oggi, l’ assistenza sanitaria per i detenuti tossicodipendenti, oltre che dalle aziende sanitarie territoriali, è garantita dai 154 servizi/équipe per le Dipendenze presenti all’interno dei 189 istituti penitenziari sul territorio nazionale. Che potrebbero essere alleggeriti di alcuni compiti se andrà in porto il ddl all’esame del Senato: uno tassello del piano del governo per contrastare il sovraffollamento che si attesta ancora a un tasso del 122,3%.
Val. Pigl.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA



Leave feedback about this