17.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Economy

Nei cda sempre più donne ma a guidare è solo il 4%


Tredici anni dopo l’entrata in vigore della legge Golfo, un provvedimento che ha segnato una svolta per l’equilibrio di genere ai vertici delle società quotate in Borsa imponendo un’equa rappresentanza delle donne, la presenza femminile nei consigli di amministrazione delle aziende del listino italiano ha raggiunto il 43%, superando il minimo fissato dalle norme al 40%. La percentuale posiziona l’Italia al terzo posto in Europa, dopo Francia e Norvegia, e al quinto nel mondo per presenza femminile nei board delle imprese quotate. 

I BENEFICI

Il testo che dal 2011 ha introdotto in Italia le quote di genere stabilisce l’obbligo per le società quotate e a controllo pubblico di riservare almeno un terzo dei posti nei cda alle donne. La proporzione è stata successivamente aumentata al 40% con la legge di bilancio del 2020. Dalla sua emanazione sono stati fatti molti passi avanti: la presenza femminile nelle società quotate è passata dal 6,3% del 2009 al 43% del 2023. 

L’ aumento della presenza di donne ha portato dei benefici anche alle aziende. L’inclusione di donne nel cda, infatti, secondo alcune analisi, ha fatto registrare alle imprese un miglioramento nella performance economica, con uno sviluppo della produttività compreso tra il 4 e il 6%, a cui si aggiungono un incremento del valore delle esportazioni e una maggiore propensione all’internazionalizzazione.

«Una vera e propria rivoluzione, culturale e nei numeri, che ha infranto tanti soffitti di cristallo e creato una nuova leadership femminile nel mondo economico — ha commentato Lella Golfo, prima firmataria della legge -. Le aziende e il mercato hanno riconosciuto gli indiscussi benefici del contributo femminile. Oggi le quote non sono più un tabù».

LA DIRETTIVA

Anche l’Europa, con la direttiva «Women on board» del 2022 ha chiesto di garantire alle donne, nei cda delle società quotate, il 40% dei posti di amministratore senza incarichi esecutivi, oppure del 33% del totale dei posti nel consiglio, con o senza incarichi esecutivi. 

Nonostante i risultati raggiunti, alcune sfide rimangono comunque aperte, perché la presenza femminile non sempre si traduce in posizioni di comando e molte donne si limitano a ricoprire ruoli di consiglieri indipendenti. Secondo l’ultimo report Deloitte «Women in the boardroom 2024» solo il 4% degli amministratori delegati delle aziende quotate a Piazza Affari è composto da donne e nel management non arrivano al 25%. I dati evidenziano poi che le donne dirigenti sono appena il 18%, appena due sono le società con una maggioranza di manager donne e sei non ne hanno affatto. 

I RISULTATI

«Abbiamo raggiunto risultati straordinari — afferma ancora Lella Golfo — ma non possiamo fermarci qui. È essenziale continuare a lavorare per far sì che la rappresentanza femminile non si limiti ai cda, ma si estenda anche alle altre posizioni manageriali e alle prime linee, che si creino piani di successione paritari. Dobbiamo creare un vero effetto cascata che permetta alle donne di avanzare in ogni settore del mondo del lavoro. Le imprese italiane — ha concluso — sono mature e pronte per fare un passo avanti indipendentemente dagli interventi normativi». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]