Più passano i giorni, più si avvicina la scadenza del 21 agosto, la data in cui Mediobanca ha convocato i soci per decidere se approvare o meno l’offerta di scambio tra la quota in Generali posseduta da Piazzetta Cuccia e il controllo di Banca Generali, il gioiellino del wealth management controllato dal Leone di Trieste, e più si fanno evidenti le reali intenzioni di Alberto Nagel. Vale a dire trattare, o provare a trattare, lo scambio tra la partecipazione in Generali di Mediobanca e la quota del 51 per cento in Banca Generali del Leone, come se fosse una trattativa “privata” e non di mercato.
È questo il senso della decisione, scritta nero su bianco nella relazione di Nagel per l’assemblea, di posticipare fino al penultimo giorno dell’offerta, il termine per arrivare a un patto con Generali, un “accordo” (tra virgolette perché non si tratterebbe di una vera intesa ma solo di una sorta di “minuta”, un term sheet). Insomma, solo Nagel, unico a trattare con il Leone dopo l’esclusione del “terzo incomodo” Banca Generali, avrebbe contezza dei termini di questo “accordo”. Proprio, come detto, come se si trattasse di una trattativa privata.
Per gli altri azionisti resterebbe un solo giorno per valutare l’offerta. Un qualsiasi altro socio, anche un piccolo azionista, dovrebbe decidere di conferire le azioni o meno praticamente al buio, senza nessuna informazione fino alla scadenza dell’Ops (si immagini un socio o un fondo che stanno dall’altra parte del mondo, magari in Nuova Zelanda). Quindi è altamente probabile che molti azionisti non aderiranno, visti i tempi impossibili. È quello a cui Nagel mirerebbe: appare poco interessato al 49 per cento di Banca Generali in mano agli altri soci di minoranza, ma solo al 51 per cento posseduto dal Leone. Anzi, senza il conferimento delle quote delle minoranze di Banca Generali, Nagel potrebbe continuare a contare sul controllo del 6,5 per cento del Leone, mentre l’altro 6,5 per cento finirebbe alle stesse Generali e senza più vincoli di lock up (condizione dichiarata rinunciabile).
IL PASSAGGIO
Nagel poi, rimanendo amministratore fino al 28 ottobre, potrebbe, per ipotesi, trovare “mani amiche” in cui collocare questo 6,5 per cento. Intanto arrivano ulteriori conferme del fatto che sarebbe finito sotto i riflettori della Consob l’incontro (o gli incontri) tra il consigliere Lorenzo Pellicioli, il ceo della compagnia Philippe Donnet e il ceo di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, sul tema Banca Generali prima che Pellicioli e Donnet fossero nominati nel cda triestino e quindi prima che, appena cinque giorni dopo il loro insediamento, Mediobanca annunciasse l’Ops su Banca Generali.
Un sospetto che ha aleggiato fin da subito, ma che era stato sempre smentito dai portavoce delle due società. Lo riporta il Giornale in vista dell’assemblea di Mediobanca del prossimo 21 agosto riprendendo le rivelazioni della Stampa sui rapporti tra Mediobanca e Generali che hanno preceduto la nomina del cda della compagnia triestina ad aprile. E all’assemblea i soci saranno chiamati a pronunciarsi sull’Ops lanciata su Banca Generali a porte chiuse, con un management che in aperto contrasto con la volontà dei grandi azionisti — si ricorda sul Giornale — impone le sue forzature per provare a ridurre i rischi di insuccesso di fronte alla prospettiva di perdere la sfida. Donnet, tuttavia, durante l’assemblea del 6 agosto avrebbe in qualche modo preso le distanze da Pelliccioli.
Il consigliere avrebbe proposto al comitato investimenti, e poi al cda, di acquistare azioni Mediobanca per rafforzare la posizione di Nagel nell’assemblea del 21 agosto. Ma dopo un duro intervento di un consigliere di minoranza, che avrebbe indicato la questione come una cosa da Procura della Repubblica, ogni discussione in merito sarebbe stata troncata. Sulla vicenda Mediobanca-Banca Generali è partita l’attività di vigilanza della Consob con l’Adnkronos che sottolinea come da prassi, sia tutto vincolato da segreto istruttorio. Per quanto riguarda l’assemblea del 21 agosto, il voto potrà essere espresso unicamente tramite il rappresentante designato, il notaio Dario Trevisan.
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