Sono in decisa diminuzione i tassi sui mutui con una crescita dello 0,5% dei prestiti per l’acquisto casa. «Da ottobre 2023 le condizioni sono calate di 117 punti base sulle nuove operazioni mentre i tassi sui prestiti alle imprese sono scesi di 63 punti, questa flessione è avvenuta rispetto a un calo dei tassi della Bce di 50 punti», ha detto Gianfranco Torriero, vicedirettore generale vicario dell’Abi, durante l’intervento introduttivo al Seminario dell’Associazione iniziato ieri a Firenze e che prosegue oggi con la conferenza stampa del presidente Antonio Patuelli e del dg Marco Elio Rottigni nella quale illustreranno la svolta storica della trasformazione dell’Abi, varata dall’esecutivo di mercoledì 16.
Il costo del denaro è in calo «con attese di ulteriore riduzione nei prossimi mesi». Da ottobre i tassi di mercato «hanno imboccato un pendio in discesa, anticipando le decisioni della Bce, prima per i tassi a lungo termine e ora anche per quelli a breve termine», ha proseguito Torriero. «Nelle ultime settimane la tendenza si è accentuata e le previsioni sono per scendere sotto il 2% nel 2025».
Allargando l’analisi al settore bancario, per il vicedg la diminuzione degli sportelli «è un fenomeno minore» rispetto ad altri paesi europei e spesso la filiale chiude «dopo che altri servizi comuni hanno abbandonato la zona per una serie di fattori socio economici». Torriero ha approfondito la valutazione sulla presenza territoriale rifuggendo, ha sottolineato, «da termini come desertificazione», oggi gli sportelli attivi a giugno sono oltre 20 mila. Nei decenni passati, quando si parlava di foresta pietrificata, erano 5 mila in meno». Il manager ha ricordato come ci sia «un forte incremento dell’utilizzo della banca a distanza e un calo dell’indice di visite nelle filiali» oltre che una serie di motivazioni demografiche ed economiche che colpiscono alcuni territori del nostro Paese e dove mancano anche altri servizi quali farmacie, uffici postali o stazioni ferroviarie.
SEGNALI CONFORTANTI
Secondo l’analisi Abi, le imprese italiane sono molto liquide e, anche per questo, in una fase di rallentamento del pil, esse preferiscono «attingere alle risorse interne» e non chiedere prestiti al mondo bancario. Su questo, ha aggiunto Torriero, «hanno inciso tassi di mercato più alti rispetto al passato».
Segnali confortanti arrivano dai prestiti a famiglie «che stanno recuperando gli andamenti precedenti. Nel 2023 e 2024 abbiamo assistito ad una diminuzione ma ora c’è una ripresa», ha detto ancora Torriero. E in tema mutui, «sono tornati ad aumentare dal terzo trimestre 2024». Per quanto riguarda la rischiosità, infine, il manager ha segnalato «un moderato aumento nel 2024 e nei prossimi anni. Abbiamo previsioni di un livello di Npl netto dell’1,9% quest’anno e in seguito del 2% nel 2025 e dell’1,8% nel 2026».
Durante il seminario in cui si è parlato di bonifici istantanei e personale, è intervenuto Patuelli, che oltre a presiedere Abi dal 2013 è anche, dal 1995, presidente di Cassa Ravenna. «Se uno va in banca a lavorare da ragioniere, ci va a 19 anni. Se va da laureato in economia o in giurisprudenza, ci va a 24 anni. Non c’è un invecchiamento dell’età dei lavoratori in banca, c’è una formazione culturale maggiore».
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