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«Mussolini non è mai stata una persona sincera nemmeno nel privato. Mia nonna? Quando ha visto la serie si è tranquillizzata»


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Luca Marinelli è Benito Mussolini in M, Il figlio del secolo, otto puntate su Sky e Now dal 10 gennaio. Un serie evento che ha coinvolto in prima persona l’attore. A Walter Veltroni sul Corriere della Sera, l’attore ha raccontato che «non mi volevo avvicinare a Mussolini e purtroppo ho dovuto farlo. Questa sospensione del giudizio è stata abbastanza dolorosa per me e ha reso questo il personaggio più difficile da interpretare, per un discorso di etica».

L’attore, che ha all’attivo un David di Donatello, due Nastri d’argento e la Coppa Volpi a Venezia, parla di Benito Mussolini come di un uomo mai sincero. Nemmeno nel privato. «Tutto quello che noi riportiamo nel film, tranne alcuni momenti, è la parte politica, quella dei disegni e delle trame, nell’ombra. Ma ho capito che in famiglia lui faceva la stessa cosa, mi è sembrato che non avesse mai una dimensione privata. È stato abbastanza scioccante: mi sembrava che lui non fosse mai sincero, neanche con se stesso. Sembra sempre su un palcoscenico, anche quando è in famiglia, perché lui ha sempre una maschera che indossa».

Dio, patria e famiglia, tre concetti del fascismo che tornano ma che per Marinelli non sono altro che «tre grandi inganni, lo vediamo nella serie. Mussolini non crede in Dio, anzi lo provoca: durante un comizio disse “Signore fulminami adesso, ti do solo un minuto” e cominciò a guardare l’orologio. Dio non è qualcosa che lui prendesse in considerazione». Al Corsera parla anche del concetto di famiglia: «Lui ha amanti da tutte le parti, figli non riconosciuti ovunque.

Patria? Mussolini ha un disprezzo totale per le persone, sono solo un mezzo, questa patria declamata è solo uno strumento,reso passivo, per arrivare a qualcosa che ha a che fare con la propria affermazione personale. Il potere come fine. Tre grandi inganni usati dalla politica. Ieri come oggi…».

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E Matteotti? «Matteotti ha dedicato la sua vita a combattere qualcosa che lui già aveva capito avrebbe portato a una dittatura, alla distruzione della dignità della politica. È un personaggio eroico del tempo e mi sono emozionato tantissimo quando è stato nominato dalla nostra senatrice a vita Liliana Segre durante il discorso all’apertura del Parlamento. Di Matteotti purtroppo si parla poco».

La nonna di Luca Marinelli era contraria al fatto che suo nipote interpretasse il Duce. «Il mio obiettivo era farle vedere la serie prima che uscisse in televisione per tranquillizzarmi anch’io. Mi hanno regalato una proiezione a Cinecittà dove sono riuscito a portare mia madre, mio padre e lei. Nonna era molto contenta, e alla fine e mi ha detto “Hai fatto bene” e questo mi ha rincuorato».

Luca Marinelli è orgoglioso di essere cresciuto in una famiglia antifascista da sempre: «So che le persone che mi sono state accanto dalla mia nascita fino ad oggi mi hanno trasmesso questo valore, una delle tante cose giuste che mi hanno insegnato a crescere».

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