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È a Tirana oggi l’ombelico d’Europa. Al via in queste ore, sotto una pioggia battente, il vertice della Comunità politica Europea, nella centralissima piazza Skanderbeg. «Padrone di casa» il premier albanese Edi Rama, appena confermato al suo quarto mandato. All’arrivo della premier Giorgia Meloni, il «gigante» albanese si inginocchia, tiene giunte le mani a mo’ di preghiera per accoglierla. A nessun altro leader riserva la stessa accoglienza. E sono ben 47 i Paesi che la Cpe riunisce: oltre i 27 Stati membri, altri 20 Paesi fuori dall’Ue. A Tirana stanno arrivando alla spicciolata tutti big di calibro. C’è anche il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, giunto dopo il flop, almeno per ora, dei negoziati in corso ad Ankara.
Meloni in Albania per il vertice della Comunità politica europea, le videonews dal nostro inviato
Il summit
Nella sede del Teatro dell’Opera e del Balletto, location dell’evento, si riuniranno, tra gli altri, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Keir Starmer e il neo cancelliere tedesco Friedrich Merz, domani atteso a Roma.
Meloni torna ad incontrare i «volenterosi» dopo aver inanellato una serie di inciampi: dall’assenza a Kiev, dove si è limitata ad intervenire in videocall, allo scatto mancato tra le navate di San Pietro. Si aggiunge il «bug» degli italiani lasciati fuori dal giro di telefonate del segretario di Stato americano Marco Rubio con i ministri degli Esteri europei. In Albania anche l’uomo che, da sempre, cerca di avvicinare Mosca e Kiev, forte del doppio canale aperto con entrambi i protagonisti del conflitto: il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
La sessione plenaria del summit, al via alle 11.45, è dedicata al tema di «Una nuova Europa in un nuovo mondo», poi a seguire una serie di tavole rotonde: la presidente del Consiglio prenderà parte al panel dedicato alla gestione dei flussi migratori, dove rivendicherà i risultati messi a segno dall’Italia. Meloni, al suo arrivo al vertice, conferma che oggi non riuscirà a visitare i due hotspot battenti bandiera italiana, ma «stiamo andando avanti e mi pare che il lavoro dimostri, anche per la velocità, il funzionamento soprattutto dei rimpatri. Dimostriamo che, come avevamo promesso, stiamo andando avanti». Ma a tenere banco in queste ore a Tirana è soprattutto il conflitto in Ucraina, che non accenna a trovare soluzione, in barba agli sforzi del presidente americano Donald Trump e del «sultano» turco. Starmer, al fianco di Macron, è intento a organizzare in queste ore un incontro con gli altri leader per tirare le somme, lo sguardo rivolto alla Turchia e la pistola fumante di nuove sanzioni Ue sul tavolo, con l’ultimo pacchetto approvato a livello diplomatico mercoledì scorso. «Zelensky era pronto a incontrare Putin, ma lui no. E ciò mostra che noi dobbiamo aumentare la pressione, con più sanzioni» nei confronti di Mosca, ha detto arrivando al summit von der Leyen. “Si è visto abbastanza bene in queste ultime ore, rispetto a una certa propaganda, chi sia effettivamente disponibile a fare dei passi importanti a favore della pace e chi invece sia chiaramente meno disponibile — le ha fatto ecco Meloni, fermandosi brevemente a rispondere alle domande dei giornalisti -. Penso però che non dobbiamo gettare la spugna, penso che dobbiamo insistere per un cessate il fuoco incondizionato e per un accordo di pace serio, che preveda garanzie di sicurezza per l’Ucraina, e continuiamo a lavorare anche in questi formati per questo obiettivo». «Quello che abbiamo visto ieri» in Turchia «è una ulteriore prova che Putin non è serio sulla pace — le parole di Starmer — ed è molto importante essere chiari sul fatto che deve esserci un cessate il fuoco». Per il segretario generale della Nato, Mark Rutte, «Putin deve essere serio sui negoziati, quindi dobbiamo mantenere la pressione. Putin sa di aver fatto un errore a mandare una delegazione di basso livello. Credo che l’Ucraina abbia fatto bene a inviare comunque una delegazionee. E a proposito di Rutte, a Tirana riflettore anche sul tema della difesa, con l’asticella che punta al 5%, né più né meno della cosiddetta «quota Trump». Il vertice nella serata di ieri è stato preceduto da una cena tra numero 1 della Commissione Ue, il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e i sei leader dei Balcani Occidentali, parte cruciale del processo di allargamento europeo. Questa mattina, invece, a dare il via al summit è stato uno spettacolo di danze tradizionali albanesi
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