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«Muovetevi». «No, datemi le scarpe!». Un albero ha oscurato il cecchino


Quarantatré secondi. Tanto è passato dal primo colpo sparato da Thomas Matthew Crooks verso Donald Trump a quando un agente del Secret Service ha detto che il ragazzo era stato ucciso. Pochi attimi sui quali si concentreranno le analisi di chi dovrà indagare sulle falle del sistema che ha permesso a un ventenne di sparare all’ex (e ora di nuovo candidato) presidente degli Stati Uniti. Con una novità: potrebbe essere stato un enorme albero a oscurare la vista ai cecchini al comizio. Le analisi negli Stati Uniti sono cominciate nell’istante successivo alla tragedia sfiorata, perché che qualcosa sia andato storto è evidente a tutti. Come è stato possibile che un ragazzo di 20 anni sia riuscito a posizionarsi su un tetto e sparare con un fucile, senza che nessuno sia intervenuto? Eppure i testimoni confermano che già prima degli spari in molti ne avevano segnalato la presenza, ma la sicurezza si è mossa in ritardo. Il capo del Secret Service, Kimberley Cheatle, è stata già convocata dallo speaker della Camera, il repubblicano Mike Johnson, per chiarire cosa non ha funzionato. E anche il presidente Joe Biden ha ordinato un’indagine indipendente sull’operato del Secret Service.

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