Francesco Saverio Vinci, direttore generale di Mediobanca, la aveva profetizzato nel suo discorso ai dipendenti. L’offerta di acquisto e scambio lanciata dal Monte dei Paschi, aveva detto, sarebbe arrivato all’80 per cento. I fondi di investimento che si erano posizionati sul titolo, in base alle loro policy, non possono rimanere su azioni destinate a uscire dagli indici e poco liquide.
Così, ieri, una parte di questi ha consegnato i titoli all’opas che ha fatto un nuovo balzo, arrivando a sfiorare il 70,5 per cento del capitale. Superando in questo modo, tra l’altro, la soglia del 66,7 per cento che consegna a Siena il pieno controllo dell’assemblea straordinaria di Piazzetta Cuccia.
IL TRAGUARDO
Non è un passaggio secondario. Ora l’amministratore del Montepaschi, Luigi Lovaglio, potrà procedere, se lo vorrà, alla fusione tra Mediobanca e Rocca Salimbeni, accelerando il piano di integrazione tra i due istituti.
Un piano che prevede sinergie per 700 milioni e lo sblocco totale di 2,9 miliardi di Dta, i crediti fiscali che Siena ha accumulato nei suoi conti e che contribuiranno a rafforzare gli utili futuri.
L’utilizzo dei crediti fiscali, possibile già una volta superata la soglia del 50%, quindi consolidando Piazzetta Cuccia, genererà un significativo beneficio di capitale nei sei anni successivi, calcolato in 500 milioni l’anno, in aggiunta al risultato netto.
Dal punto di vista patrimoniale, invece, Mps ha assicurato che il coefficiente Cet1 pro-forma, indicatore della solidità dell’istituto, si attesterà al 16%, sostenendo una politica di dividendi, con un payout del cento per cento, che renderà la remunerazione degli azionisti, tra le più competitive del settore.
Ieri intanto i due istituti hanno chiuso entrambi in calo in Borsa. Rispettivamente Mps ha ceduto l’1,36 per cento mentre Mediobanca il’1,79 per cento.
Il traguardo arriva all’indomani del consiglio di amministrazione di Piazzetta Cuccia che, due giorni fa, ha sancito la fine dell’era di Alberto Nagel alla guida della banca d’affari e quando manca una sola giornata di Borsa al termine del periodo di riapertura delle adesioni all’ops, che si chiuderà lunedì 22 settembre.
Un’offerta lanciata a gennaio, che ha preso il via in una data simbolica come quella del 14 luglio, la presa della Bastiglia e ha preso slancio con il rilancio in contanti da 750 milioni deciso dall’istituto senese, prevedendo 0,90 euro ad azione, e che ha contribuito a rendere più rotondo il risultato.
Sulle future asticelle si tratta di ragionamenti che si faranno soltanto più avanti. La base di partenza è l’attuale soglia oltre il 70 per cento toccata ieri, con la consegna di oltre 47 milioni di azioni, che hanno fatto balzare del 6 per cento l’adesione rispetto alla quota del giorno prima.
Un rush finale che ha caratterizzato anche la prima fase dell’operazione, quando nell’ultima giornata era stato portato all’offerta il 16,5 per cento, facendo anche meglio dell’affondo sul finale dell’ops di Bper sulla Banca popolare di Sondrio.
Questo in attesa di conoscere l’esito finale della riapertura nella serata di lunedì prossimo. Soltanto allora si faranno i conti, ma già da ieri le azioni acquistate in Borsa all’ultimo non possono più essere consegnate all’offerta.
LE TAPPE
I giorni successivi saranno quelli che porteranno alla composizione delle liste per il rinnovo del consiglio. A norme di legge, per le quote, gli elenchi con i nomi dei candidati devono essere presentati entro 25 giorni prima della data dell’assemblea.
Come da statuto l’assise di Mediobanca è convocata per il 28 ottobre, chiamata ad approvare il bilancio, l’ultimo sotto la guida Nagel, e soprattutto a nominare il nuovo vertice dell’istituto, dopo i 22 anni di perpetuazione del management che giovedì ha ceduto il passo prendendo atto dell’esito dell’offerta che già lo scorso 8 settembre aveva raggiunto il 62,3%, ben oltre le soglie indicate per considerare l’operazione riuscita.
Le liste andranno quindi presentate entro il 3 ottobre, tra due settimane. In questa cornice Rocca Salimbeni ha scelto la società statunitense di consulenza Korn Ferry. A loro è stato affidato l’incarico di advisor esterno per stilare la lista dei candidati e permettere così un veloce riassetto della governance della banca d’affari dopo le dimissioni del cda, motivati con la volontà di garantire una transizione ordinata e rapida.
L’inizio di una nuova era per la banca d’affari.
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