Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Business Economy molti non affittano per paura di tenersi a vita chi non paga
Economy

molti non affittano per paura di tenersi a vita chi non paga


Quasi 5 milioni di case potrebbero essere affittate, ma vengono tenute per lo più “vuote”. Spesso si tratta di immobili che si trovano in zona dove non c’è mercato. Ma anche la lentezza degli sfratti, viste la burocrazia e la carenza di ufficiali giudiziari e personale di supporto (dalle forze dell’ordine ai servizi sociali), scoraggia i proprietari.

Insomma, la paura è mettersi in casa qualcuno che poi non paga e non si riesce a mandare via. Per questo le associazioni degli agenti immobiliari sperano che nuove norme approvate dal Parlamento possano cambiare la situazione. D’altronde ogni anno sono oltre 70mila i provvedimenti richiesti di sfratto (81mila nel 2024), per l’80% riconducibili a morosità. Ma gli sfratti effettivamente eseguiti, ad esempio lo scorso anno, sono stati solo 21mila. Uno su quattro, quindi, a fronte del doppio di richieste di esecuzione emesse effettivamente dalla Giustizia dopo aver verificato la situazione. La metà delle domande di sfratto rimane quindi del tutto inevasa, senza nemmeno un pronunciamento di un giudice. Soffrono soprattutto le città metropolitane — Roma in testa con 15mila casi annui, seguita da Milano e Napoli — e i tribunali, sovraccarichi di contenziosi difficili da smaltire.

I NUMERI
La stima sul numero di case potenzialmente affittabili è della Fiaip (Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali). Secondo l’Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani) in Italia ci sono 9 milioni e 581.772 “abitazioni non occupate” dai proprietari o da residenti. In pratica, più del 27% del patrimonio immobiliare totale. La maggioranza di queste case, in valori assoluti, si trova al Sud e nel Nord-Ovest. Le due città con più alloggi non occupati, secondo la fondazione Ifel dell’Anci, sono poi Roma e Milano. All’interno di questo bacino, però, ci sono anche le seconde case e quelle affittate per turismo o a studenti e lavoratori non residenti. La Fiaip stima che siano circa la metà. Nell’altra metà, come detto, molte non hanno mercato. Magari perché si trovano in aree poco abitate o addirittura spopolate, come i piccoli borghi interni della Penisola. Oppure perché sono molto vecchie e hanno bisogno di una ristrutturazione (che magari è in corso) o di una riqualificazione energetica.

Per chi ha paura dei morosi, poi, pesa non solo la potenziale mancanza di guadagni, ma anche il fatto che un proprietario deve versare le imposte sul canone di affitto (Imu e non solo) anche se l’inquilino non paga. Eppure i dati del 2024 sugli sfratti eseguiti segnano un lieve aumento rispetto al passato. La crescita riguarda soprattutto le Regioni del Centro-Sud, come Campania, Puglia, Abruzzo e Umbria, anche se le zone con il maggior numero assoluto di sfratti restano Lombardia e Lazio, in particolare Milano e Roma. Molti casi, però, non vengono registrati nei dati ufficiali perché alcuni inquilini lasciano l’immobile prima dell’udienza. Circa il 62% degli inquilini presenta poi ritardi nei pagamenti, con una media di 18 giorni.

IL PIANO
Le procedure di sfratto, in ogni caso, rimangono lunghe e complesse, creando un ritardo nell’esecuzione reale degli interventi. Passando all’edilizia pubblica, secondo le stime di Federcasa, gli alloggi Erp (cioè di edilizia residenziale pubblica) risultano 769.745, ma di questi sarebbero sfitti in 60mila. Per altri i non locati arriverebbe addirittura a 100 mila. In ogni caso il patrimonio immobiliare dei Comuni annovera anche 122mila unità non utilizzabili perché in manutenzione, a fronte di 187mila famiglie in graduatoria, in attesa cioè di essere chiamate per una casa perché ne hanno diritto. È questa la ragione che sta alla base della richiesta al governo delle opposizioni, di Confindustria e dei sindacati di un Piano casa urgente con risorse per decine di miliardi e un programma concreto di interventi. Il Piano ipotizzato dall’esecutivo, invece, non ha risorse utilizzabili immediatamente, ma solo a partire dal 2028.


© RIPRODUZIONE RISERVATA


Risparmio e investimenti, ogni venerdì
Iscriviti e ricevi le notizie via email

Exit mobile version