È arrivato il momento di tagliare i tassi. Il presidente della Federal reserve, Jerome Powell, approfitta del suo atteso discorso di Jackson Hole, sulle montagne del Wyoming,, nel nord ovest degli Stati Uniti, dove ogni anno in agosto si riuniscono i banchieri centrali di tutto il mondo, per indicare come si muoverà l’istituto americano nei prossimi mesi.
«È giunto il momento di adeguare» la politica monetaria, ha sottolineato il presidente della Fed. «La direzione del viaggio è chiara — ha proseguito — e i tempi e il ritmo dei tagli dei tassi dipenderanno dai dati in arrivo, dall’evoluzione delle prospettive e dal bilanciamento dei rischi».
Parole chiare, attese dal mercato, che prevedeva già un taglio dei tassi dall’attuale range del 5,25-5,50%, il livello più alto dell’ultimo quarto di secolo alla prossima riunione dell’istituto di emissione in calendario il 17 e 18 settembre prossimi. «Powell ha lasciato aperta la porta ai mercati che si aspettano un rialzo di 50 punti base alla prossima riunione», ha commentato Guy Stear, analista di Amundi. I mercati azionari europei, positivi fin dall’avvio, hanno accolto il discorso del presidente della banca centrale rafforzando lievemente i rialzi, con Milano che ha terminato con un +1%. Meno marcata la crescita dei listini americani, con l’indice Dow Jones in leggero aumento in vista della chiusura. In calo invece il dollaro contro tutte le principali valute.
Powellnel suo intervento ha spiegato che dopo essere arrivata fino a un picco del 7,1% nel giugno del 2022, la crescita dei prezzi è tornata a dirigersi verso l’obiettivo del 2% fissato dalla Fed. «La nostra politica monetaria restrittiva ha contribuito a ripristinare l’equilibrio tra domanda e offerta aggregata, allentando le pressioni inflazionistiche e garantendo che le aspettative di inflazione rimanessero ben ancorate — sono state le parole del banchiere -. L’inflazione è ora molto più vicina al nostro obiettivo, con i prezzi che sono aumentati del 2,5% negli ultimi 12 mesi. Dopo una pausa all’inizio di quest’anno, i progressi verso il nostro obiettivo del 2% sono ripresi. La mia fiducia sul fatto che l’inflazione sia su un percorso sostenibile per tornare al 2% è aumentata».
Passando al mercato del lavoro — il mandato della Fed è doppio: mantenere la stabilità dei prezzi ma anche la piena occupazione — il numero uno della banca centrale ha quindi osservato che «oggi il mercato del lavoro si è notevolmente raffreddato rispetto al suo precedente stato di surriscaldamento». Più in generale, ha proseguito, «l’economia continua a crescere a un ritmo sostenuto. Ma i dati sull’inflazione e sul mercato del lavoro mostrano una situazione in evoluzione. I rischi al rialzo per l’inflazione sono diminuiti. E i rischi al ribasso per l’occupazione sono aumentati». La Fed, come già sottolineato dopo l’ultima riunione del luglio scorso, resta comunque attenta «ai rischi» derivanti da entrambe le parti del suo doppio mandato.
IL LIVELLO
La banca centrale farà quindi «tutto il possibile per sostenere un mercato del lavoro forte» mentre si vedono «ulteriori progressi verso la stabilità dei prezzi. Con un’adeguata riduzione della politica restrittiva — ha proseguito Powell — ci sono buone ragioni per pensare che l’economia tornerà al 2% di inflazione mantenendo un mercato del lavoro forte. L’attuale livello della nostra politica monetaria ci dà ampio spazio per rispondere a qualsiasi rischio che potremmo dover affrontare, compreso il rischio di un ulteriore indebolimento indesiderato delle condizioni del mercato del lavoro».
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