Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Politics Meloni non va al comizio del centrodestra a Bologna. «Incontro con i sindacati durato 5 ore, parteciperà in videocollegamento». E attacca Lepore
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Meloni non va al comizio del centrodestra a Bologna. «Incontro con i sindacati durato 5 ore, parteciperà in videocollegamento». E attacca Lepore


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A causa del protrarsi dell’incontro con i sindacati sulla manovra, durato oltre cinque ore e concluso da poco, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non potrà partecipare in presenza al comizio del centrodestra per le Regionali in Emilia Romagna, a Bologna, a cui era attesa in veste di presidente di FdI con gli altri leader della coalizione. Meloni interverrà in videocollegamento all’evento in programma alle 17 a sostegno della candidata presidente Elena Ugolini. La chiusura della campagna elettorale di centrodestra è fissata per stasera.

Scontro tra Piantedosi e Lepore

Sulle dichiarazioni del sindaco di Bologna Matteo Lepore oggi è tornato il ministro dell’Interno Piantedosi: «Sono stupefatto dalle dichiarazioni del sindaco al quale, come doveroso, il governo ha sempre assicurato ogni forma di convinta e leale collaborazione, da ultimo in occasione della recente alluvione della città e delle connesse polemiche che ne sono conseguite». C’è «irresponsabilità», secondo il ministro, nell’accreditare «la tesi non veritiera della presunta contrarietà allo svolgimento» dell’iniziativa. «Ancor più grave — aggiunge — insinuare presunte regie o interventi ‘da Roma'». 

Le frasi del sindaco di Bologna

«Io non voglio dire se era giusto o meno gestire così, ma io conosco le forse di polizia di Bologna e la loro professionalità, il punto è che non bisognava metterli nella situazione paradossale in cui sono trovati: l’errore è a monte».

Così il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, a Tagadà su La7 sul video in cui è ripreso il dialogo tra un militante di Casapound e forze dell’ordine.

Meloni contro Lepore

«Voglio dire una cosa al sindaco di Bologna: diffidate sempre di chi ha una faccia in pubblico e una in privato, diffido di chi in privato mi chiede collaborazione e davanti alla telecamere mi definisce picchiatrice fascista. Se lo pensa non dovrebbe chiedermi collaborazione, non dovrebbe voler collaborare con me, un po’ di coerenza». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al comizio dei leader di centrodestra in corso a Bologna.

«Ho letto una nota del sindaco di Bologna che diceva che il governo ha mandato le camicie nere a Bologna, è la carta della disperazione della sinistra. Non so a quali camicie nere si riferisse, le uniche che ho visto sono quelle blu dei poliziotti aggredite dai centri sociali». 

Crosetto: «Parole vergognose»

«Vorrei dire, senza alcuna acrimonia, al Sindaco di Bologna, Matteo Lepore, due cose. La prima mi tocca premetterla, a scanso di ogni spiacevole e malevolo equivoco. Onoro e rispetto il tributo di sangue che la città di Bologna ha pagato sia durante la Liberazione dell’Italia che durante la stagione dello stragismo negli anni ‘70. A maggior ragione, però, mi permetto di dirgli che parlare di un governo e di un ministro, il collega ed amico Piantedosi, che ‘con una regia mirata ci ha mandato le squadracce fasciste in città’ è non solo vergognoso verso il Governo e verso il ministro, ma anche che così non fa altro che esacerbare gli animi e soffiare sul fuoco». Lo scrive su X il ministro della Difesa Guido Crosetto. «La migliore, anzi l’unica, risposta a chi — di qualsiasi colore politico sia, rosso o nero — terrorizza e mette a ferro e fuoco una città, picchiando agenti di Polizia e delle Forze dell’Ordine che fanno solo il loro lavoro, deve essere solo una risposta democratica, civile e di protezione della legalità repubblicana, della Costituzione, della democrazia. Le Istituzioni dovrebbero essere unite in difesa di chi le serve e le difende. La Polizia ha difeso la città da squadracce, semmai. Chi pensa di poter lucrare qualche voto in vista delle elezioni, incitando gli animi alla violenza, fa solo danno all’Italia», conclude Crosetto.

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