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Meloni con gli alleati, Schlein e Conte separati


Il messaggio ha fatto irruzione nelle chat dei parlamentari i giorni scorsi. E suona più o meno così: «Tutti ad Ancona». Ad attendere Giorgia Meloni e i tre “tenori” del centrodestra Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi domani nelle Marche ci sarà un nutrito drappello di deputati e senatori di Fratelli d’Italia. Ordini dall’alto: urge la massima mobilitazione per tirare la volata al meloniano doc Francesco Acquaroli, il governatore che cerca il bis alle urne del 28 e 29 settembre.

La partita non è affatto chiusa, a leggere i sondaggi compulsati in queste ore da Palazzo Chigi e nei quartier generali del campo largo che segnano un lieve scarto tra Acquaroli e lo sfidante dem Matteo Ricci. Ecco allora i partiti mobilitarsi. Un palco per quattro ad Ancona, domani, per l’arringa finale della presidente del Consiglio: presente Antonio De Poli, segretario dell’Udc, la navicella centrista che può fare la differenza alle urne.

Due palchi per due a sinistra: chiuderà Elly Schlein a Pesaro, dove Giuseppe Conte farà capolino solo la settimana prossima, in dirittura di arrivo. Tutto si muove vorticosamente in vista del voto nella Regione “swing-state” delle prossime amministrative, un po’ come l’Ohio alle presidenziali americane.

Mancare la riconferma di Acquaroli, fedelissimo della prima ora, significherebbe perdere l’unica Regione in palio per il primo partito della coalizione. E questo mentre Matteo Salvini e la Lega puntano i piedi al Nord, chiedono il Veneto e non immaginano neanche, ad oggi, di cedere un domani la Lombardia. «In Veneto siamo a disposizione, in Lombardia si voterà fra un po’ di tempo e quindi c’è tempo..» glissava ieri il “Capitano” al Tg3. Anche per il duo Conte-Schlein, che in queste ore sfida il governo all’insegna di una ritrovata unità, «non vi faremo più il favore di dividerci», mancare la spallata marchigiana sarebbe un guaio.

Occhi puntati sull’arringa finale di Meloni, ad Ancona. Momento clou per testare la temperatura dei rapporti fra alleati, in settimane burrascose. Segnate da un ritorno del derby del partito della premier con la Lega. Non c’è solo il Veneto. A inquietare i piani alti di via della Scrofa l’attivismo febbrile del generale Vannacci, che prova a dilagare in Toscana dove corre il sindaco di Pistoia di FdI Alessandro Tomasi.

Mentre al Carroccio ieri hanno mugugnato per l’annuncio di Meloni sul palco di Phoenix, la festa di Gioventù nazionale, domenica mattina. Proprio mentre Salvini scalderà la marea leghista sul pratone di Pontida. Prima c’è Ancona. Chi ha sentito Meloni in questi giorni scommette che la premier tornerà a battere sul ferro caldo dell’ “odio politico”, l’omicidio Kirk, il rischio di una spirale di violenza anche qui in cui lei scorge, con accuse duramente rispedite al mittente, una responsabilità della sinistra italiana. E ancora, la giustizia, l’ «opposizione giudiziaria» e la separazione delle carriere di giudici e pm che proprio tra giovedì mattina otterrà il via libera alla Camera.

LE MOSSE A SINISTRA

Uno spartito uguale e contrario a quello che più o meno negli stessi minuti suonerà, da Pesaro, Elly Schlein, sul palco insieme a Ricci e al presidente Pd ed ex governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Pronta, la segretaria dem, ad arringare la piazza sui problemi della sanità pubblica che la destra sta «smantellando», e sulla premier che «cerca un capro espiatorio al giorno per non parlare dei problemi degli italiani». È una sfida che Schlein non può permettersi di perdere, quella nelle Marche. Funzionale alla narrazione di un fronte progressista pronto ad assestare la spallata al governo. «Vinciamo prima le regionali, poi le politiche», il grido di battaglia lanciato dalla timoniera dem due giorni fa da Reggio Emilia. Una nota fuori dal coro? Azione e il leader Carlo Calenda che si è sfilato: «Noi non stiamo con nessuno».

Intanto fianco a fianco con Ricci lavorano gli spin doctor della comunicazione mobilitati dal Nazareno. Gli stessi del trionfo di Stefania Proietti in Umbria. Anche la mission è la medesima: strappare la regione al centrodestra. Forse l’unica davvero contendibile di questa tornata. Conte, invece, dopo una tappa marchigiana mercoledì scorso, tornerà da Ricci la prossima settimana. Lo stesso farà il co-leader di Avs Nicola Fratoianni. Mentre sul palco di chiusura, il 25, con l’aspirante governatore saliranno Gaetano Manfredi, Alessandra Todde e – appunto – Proietti. Tutti e tre incarnazione vincente del campo largo. Come dire: dopo Sardegna e Umbria, battere la destra si può anche nelle Marche.


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