Mentre tra FI e Lega permane la tensione del post elezione Ursula von der Leyen, Fratelli d’Italia chiede di mettere da parte le bandierine. «Registriamo una certa fibrillazione» ha detto ieri il vicecapogruppo di FdI, Raffaele Speranzon, che ha parlato anche di «qualche straccio che è volato per la scelta della presidente della commissione». E dunque Speranzon ha chiesto «la piena disponibilità da parte degli alleati a realizzare il programma elettorale» con «un calendario d’Aula fittissimo e delle riforme da portare avanti», ma se poi non ci sarà la collaborazione degli alleati «porremo una questione politica all’interno della coalizione».
Certo la settimana non si presenta facile per la maggioranza. C’è il tour de force per approvare i decreti in scadenza, e già si profila un nuovo scoglio che potrebbe alterare gli equilibri della coalizione. Il tema è quello del sovraffollamento delle carceri. Mentre martedì al Senato si comincia a votare in Commissione – i lavori dovrebbero prolungarsi in notturna – sul decreto Nordio-Meloni, il giorno dopo approda nell’Aula della Camera la proposta di legge firmata dall’esponente renziano Roberto Giachetti che prevede di aumentare i giorni di liberazione anticipata, previsti dall’ordinamento penitenziario, da 45 a 75 per quei detenuti che in passato l’abbiano già ricevuta per il loro buon comportamento e di riformare l’articolo 54 della legge 354/75 sulla liberazione anticipata con l’aumento da 45 a 60 giorni con una semplificazione della procedura di concessione. Forza Italia punta a distinguersi dagli altri compagni di strada della maggioranza: domani ci sarà una riunione del partito azzurro per decidere il da farsi ma l’obiettivo è mandare un segnale per fronteggiare l’emergenza suicidi negli istituti penitenziari.
I fari sono puntati soprattutto a Montecitorio. Oggi partirà la lettera del capogruppo di Italia viva, Davide Faraone, indirizzata alla presidenza della Camera, nella quale si chiederà il voto segreto sulla proposta di legge. Sarà il presidente Lorenzo Fontana a decidere ma la prassi parlamentare presuppone che la richiesta venga concessa, considerato che riguarda le libertà personali. Lo scrutinio segreto sugli emendamenti e sul voto finale della legge Giachetti potrebbe diventare una trappola per la maggioranza. Molti deputati della Lega e di Fratelli d’Italia sono pronti a smarcarsi dalla linea dei vertici dei partiti e anche una parte del Movimento 5 stelle potrebbe fare da sponda. Pd e Terzo Polo non aspettano altro ma ad essere attenzionata è Forza Italia che rappresenta l’ago della bilancia nella partita dei numeri in Aula. L’azzurro Pietro Pittalis ha presentato una modifica alla proposta di legge per cercare una mediazione. «Al condannato a pena detentiva è riconosciuta una detrazione di sessanta giorni per ogni singolo semestre di pena scontata. A tal fine è valutato anche il periodo trascorso in stato di custodia cautelare o di detenzione domiciliare», si legge nell’emendamento che esclude la liberazione anticipata per alcuni reati, come quelli per mafia, terrorismo e violenza contro le donne. Si prevedono anche procedure più celeri. «Il dl carceri – sottolinea il deputato azzurro – va benissimo, è un intervento organico ma ci vorrà del tempo per la realizzazione delle misure, qui si tenta di agire nell’immediato».
Il fatto è che Fratelli d’Italia ritiene che il decreto di Nordio sia sufficiente a risolvere il problema delle carceri, anche se in un primo momento aveva lanciato segnali di apertura. Anche la Lega chiude, proporrà un criterio di progressività, per la serie più il detenuto si comporta bene più viene premiato, ma il voto segreto potrebbe cambiare lo scenario tanto che è già pronta la contromossa, ovvero il rinvio della proposta in Commissione. «In quel caso – sottolineano i partiti che spingono sulla legge – faremmo casino in Aula, anche se siamo convinti che il M5S e Forza Italia si opporrebbero a questa strategia».
LE CREPE
Insomma, nel rush finale dei lavori parlamentari prima della pausa estiva, sul dossier sulla giustizia ci potrebbero essere delle crepe tra le forze che sostengono l’esecutivo. «Il centrodestra – spiega un’altra fonte di Forza Italia – non può essere una caserma, Lega e Fdi non possono dettare sempre l’agenda». Meno complicata la situazione a palazzo Madama, anche se sul dl carceri sempre il partito azzurro, con la firma del senatore Pierantonio Zanettin, ha presentato degli emendamenti per fronteggiare il problema del sovraffollamento delle carceri. Il decreto legge licenziato dal governo modifica infatti la procedura di applicazione della liberazione anticipata senza toccare l’entità dello sconto di pena, che resta fissato in 45 giorni ogni sei mesi di detenzione espiata. «Possono essere espiate in regime di semilibertà le pene detentive, anche residue, non superiori a quattro anni», una delle richieste. I forzisti puntano inoltre alla detenzione domiciliare «per il condannato di età pari o superiore ai settanta anni» e per «gravi motivi di salute». C’è inoltre la questione delle detenute madri: Forza Italia, tramite il capogruppo Maurizio Gasparri, si dice pronta a discutere la norma che vieta la permanenza in carcere dei bambini al di sotto dei 3 anni.
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