22.05.2025
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Politics

Maternità surrogata, la campagna di Papa Francesco per la messa al bando di un «mercimonio immorale»


Votanti 142, maggioranza 72, favorevoli 84, astenuti zero. Se ieri il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge per rendere la pratica dell’utero in affitto un reato universale, a Santa Marta in Vaticano si guarda questo passaggio politico con soddisfazione ed estrema attenzione. Perchè in questi ultimi anni Papa Francesco ha indirizzato diversi fortissimi appelli ai governi del mondo per mettere al bando quello che ritiene un mercimonio. Così lo definiva.

Lo ha fatto prima con un documento: Dignitas Infinita, licenziato lo scorso anno dal Dicastero della Fede, in cui riflette sul concetto di cosa sia la dignità umana, declinandola poi in ogni campo arrivando a dire che l’utero in affitto, per la Chiesa cattolica, è una «pratica deprecabile che lede gravemente la dignità della donna e del figlio».

SFRUTTAMENTO

Aggiungeva che «è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino — si legge — è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto.

Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica. La pratica della maternità surrogata viola, innanzitutto, la dignità del bambino. Ogni bambino, infatti, dal momento del concepimento, della nascita e poi nella crescita come ragazzo o ragazza, diventando adulto, possiede infatti una dignità intangibile che si esprime chiaramente, benché in modo singolare e differenziato, in ogni fase della sua vita. (…) La pratica della maternità surrogata viola, nel medesimo tempo, la dignità della donna stessa che ad essa è costretta o decide liberamente di assoggettarvisi. Con tale pratica, la donna si distacca del figlio che cresce in lei e diventa un semplice mezzo asservito al guadagno o al desiderio arbitrario di altri».

Poco dopo, a gennaio di quest’anno, nel discorso agli oltre duecento ambasciatori accreditati in Vaticano, Francesco rivolgeva un appello accorato proprio per sbarrare il passo all’utero in affitto.
«Cari Ambasciatori, la via della pace esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio. Al riguardo, ritengo deprecabile la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto. Auspico, pertanto, un impegno della Comunità internazionale per proibire a livello universale tale pratica. In ogni momento della sua esistenza, la vita umana dev’essere preservata e tutelata, mentre constato con rammarico, specialmente in Occidente, il persistente diffondersi di una cultura della morte, che, in nome di una finta pietà, scarta bambini, anziani e malati». 

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