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Mario Draghi ed Enrico Letta, gli italiani in pole position per i vertici. Gli scenari (e cosa cambia per Meloni)


Il suo nome è in cima alla lista dei favoriti per la corsa alla presidenza della commissione europea: Ursula von der Leyen. Ma lo scontro non è ancora finito e c’è chi sogna di vedere ai vertici Ue un politico italiano. Ed è qui che compaiono due nomi in pole position che gli italiani conoscono benissimo: Mario Draghi ed Enrico Letta.

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La presenza di un italiano alla guida dei vertici europei sarebbe sicuramente vantaggioso per il governo di Giorgia Meloni: avere un connazionale in una posizione di alto rilievo nell’Ue può facilitare il dialogo tra il governo italiano e le istituzioni europee. Ma i due candidati non sono veri alleati della premier, ma piuttosto avversari politici.

Mario Draghi

Mario Draghi conosce bene la macchina Europea: ex capo della Banca centrale europea (Bce) ed ex presidente del Consiglio italiano dal febbraio 2021 all’ottobre 2022. Al momento lui è l’unica vera preoccupazione di von der Leyen anche perchè c’è chi lo vorrebbe a capo della commissione Ue. Secondo Bloomberg, il presidente francese Emmanuel Macron sta negoziando con diversi leader europei per favorire l’insediamento di Draghi come successore ad e Ursula von der Leyen. Ma Draghi è un nome scomodo anche per Meloni, che in lui vedrebbe, inevitabilmente, un vero e proprio commissario del suo governo.  Prima del voto per le Europee, la premier  ha dichiarato ai «Draghi è una persona autorevole ma dico una cosa banale. A me interessa sapere se vogliamo cambiare ciò che non ha funzionato. Come facciamo a garantire adeguate catene di approvvigionamento? Come facciamo a continuare a continuare questo lavoro sulla migrazione, che non è dire ricollochiamo i migranti in Ue, cosa che non funzionerà mai».

Enrico Letta

Se invece dovesse andare in porto il bis di von der Leyen, la poltrona più ambita da assegnare a Bruxelles diventerebbe quella del presidente del Consiglio Ue. Ed è qui che in pole position c’è Enrico Letta. Membro del Pd, è vicino alla famiglia del Partito Socialista Europeo che dalla morte del presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, non ha più controllato nessuna delle tre cariche apicali dell’Ue. Inoltre, il 
Pse, destinato a essere il secondo gruppo più numeroso dopo le elezioni europee, è in una posizione favorevole per influenzare i popolari, potendo contare sulla presenza di Olaf Scholz e Pedro Sanchez, rispettivamente leader di Germania e Spagna, nel Consiglio Europeo. E Meloni? sicuramente la premier vorrà un commissario di peso, e lo ha specificato chiaramento,: fra le opzioni c’è anche il ruolo di Alto rappresentante della politica estera, oggi ricoperto dallo spagnolo Josep Borrell. Se questa carica venisse assegnata a Letta, Meloni avrebbe meno da temere, poiché in tal caso avrebbe il diritto di nominare un Commissario Ue di area meloniana.

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