Hanno iniziato in quattro, sono diventati leggenda in tre, oggi sono di nuovo in due ma con l’energia di sempre. I Ricchi e Poveri sono una delle band italiane più longeve, amate e controverse del panorama musicale. A raccontare la loro incredibile storia sono i fondatori storici, Angelo Sotgiu e Angela Brambati, in un’intervista al Corriere della Sera che parte da Genova e attraversa più di mezzo secolo di musica, successi, dolori e rinascite.
L’intervista
Tutto comincia da una miseria condivisa: Angela, figlia di un gruista dell’Italsider, cresce in un appartamento condiviso con due sconosciuti, lavora come benzinaia e canta per riportare a casa il coinquilino ubriaco. Angelo, nato in Sardegna ma cresciuto a Genova dopo una grave difterite, vive in un magazzino senza bagno, finisce in collegio e viene schiaffeggiato dalle suore se sbatte il cucchiaio sui denti. Ma sogna una chitarra, sogna la musica. Si conoscono nei primi anni ’60, si innamorano, poi diventano amici per la vita. Insieme a Franco Gatti e Marina Occhiena danno vita ai Ricchi e Poveri, inizialmente ispirati al sound americano dei Mamas & Papas.
La svolta arriva quando Fabrizio De André li nota e li propone a una casa discografica: il primo no non li ferma, anzi li rafforza. È con l’etichetta Apollo di Edoardo Vianello e Franco Califano che inizia la scalata.
Califano inventa il nome del gruppo — «poveri di soldi, ricchi di spirito» — e impone il look: capelli corti ad Angela, tinta bionda per Angelo e Marina.
I primi due grandi successi, «La prima cosa bella» e «Che sarà», arrivano a Sanremo grazie a due rifiuti clamorosi di Gianni Morandi, che non credeva nei brani. Entrambi si piazzano secondi, ma esplodono in classifica. Il gruppo diventa simbolo della musica leggera italiana, conquista le classifiche e il cuore del pubblico. Ma dietro il sorriso, la favola si incrina.
La separazione da Marina Occhiena, nel 1981, alimenta per decenni voci e sospetti. Angela nega una cacciata o motivi legati a tradimenti sentimentali: «Successe qualcosa nella sfera privata, ma nessuno l’ha mai messa alla porta. Fu un avvocato in cerca di pubblicità a spingerla a isolarsi». Quando la Occhiena inizia a comunicare solo tramite telegrammi e salta prove e concerti, il gruppo decide di andare avanti. A Sanremo 1981 presentano «Sarà perché ti amo» in tre. Marina, pur ottenendo da un pretore il permesso di provare con loro, viene giudicata non pronta. Esce di scena. Angela si oppone all’idea di sostituirla con un’altra cantante: «Se arriva un’estranea, me ne vado io».
Il trio va avanti, firma altri successi, ma il dolore non manca: la morte di Franco Gatti nel 2022 lascia un vuoto enorme. «Per noi è stata una tragedia», confessano. Eppure, non si fermano. Dopo la reunion al Festival di Sanremo 2020, oggi i Ricchi e Poveri vivono una nuova primavera artistica: tornano sul palco dell’Ariston nel 2024 con «Ma non tutta la vita», riconquistano il pubblico giovane, diventano virali e riabbracciano una popolarità intergenerazionale. «Quando cantammo “Se m’innamoro” a Sanremo nel 1985 e vincemmo, fu bellissimo», ricordano. «Ma “Sarà perché ti amo” era più bella. E più vera. Come noi».
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