25.05.2025
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Politics

Manovra, Giorgetti: «Servono sacrifici per tutti». Poi frenata dal Mef: «No a nuove tasse»


Non ci sono solo le banche. Nella prossima manovra di bilancio i «sacrifici» saranno richiesti a tutti. Ai privati, alle piccole imprese, alle medie, alle grandi. Anche la Pubblica amministrazione dovrà diventare «più performante ma con costi minori». Ad annunciare la stretta fiscale è stato direttamente il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. E lo ha fatto parlando al media più ascoltato dai mercati, l’agenzia di stampa Bloomberg. La Borsa italiana ha reagito con un calo improvviso di circa l’1,5 per cento, dal quale non è più riuscita riprendersi fino a fine seduta. A mercati chiusi, fonti del Tesoro hanno precisato che non è allo studio «nessuna nuova tassazione per gli individui». E poi in serata è intervenuto il leader della Lega, Matteo Salvini, per chiarire «che questo governo non aumenterà le tasse». Il Pd invece ha accusato il ministro di gettare gli investitori nel panico. A Bloomberg Giorgetti ha spiegato che verranno tassati «i profitti e i ricavi, e sarà uno sforzo che l’intero Paese deve sostenere ovvero individui, ma anche società piccole, medie e grandi». Non si tratterà di un contributo “volontario” perché, ha spiegato il titolare del Tesoro, «le aziende non fanno beneficenza». Il governo si muoverà nel solco dell’articolo 53 della Costituzione, che prevede che tutti sono chiamati a contribuire al sostegno del Paese secondo le proprie possibilità. Come questo avverrà, è ancora da definire nei dettagli. 

IL PASSAGGIO

Giorgetti ha chiarito che il contributo di autonomi e Partite Iva avverrà attraverso il concordato preventivo biennale, dal quale il governo si attende che emergano redditi rilevanti. Questo anche grazie alla spinta della sanatoria approvata con il decreto omnibus e che permetterà uno “scudo” sugli accertamenti degli ultimi cinque anni. Il ministro ha fatto riferimento anche alle attività transfrontaliere e a tasse non solo sui profitti, ma anche sui ricavi. Un riferimento che sembra rimandare alla digital tax italiana, il prelievo del 3 per cento sui ricavi nel Paese dei giganti del web e che potrebbe essere rivisto al rialzo. Ma il piatto forte resta la tassazione sulle imprese che hanno aumentato i loro profitti. Giorgetti ha parlato di quei settori che beneficiano di «circostanze eccezionali». Ha fatto un riferimento alla Difesa, che con la guerra in Ucraina, quella in Medio Oriente e con una generale corsa al riarmo, sta generando profitti straordinari. Ma ci sono anche il settore farmaceutico, l’energia, le reti di trasporto come aeroporti e autostrade che hanno beneficiato del boom del turismo internazionale. Tecnicamente, come sarà possibile “prelevare” più tasse senza toccare le aliquote? Giorgetti ha parlato di «tassare gli utili determinati nel modo corretto». La strada insomma, potrebbe essere quella della riforma delle tax expenditures, la revisione degli oneri detraibili e deducibili per le imprese in modo da far emergere una maggiore base imponibile da tassare. E non vale solo per le imprese. Gli sconti fiscali potrebbero essere ulteriormente rivisti per i redditi più alti e legati alla numerosità dei nuclei familiari. 

IL MECCANISMO

Un sentiero comunque stretto, come dimostra la polemica immediatamente scoppiata su una delle indicazioni contenute nel Piano strutturale di Bilancio: il riallineamento delle accise tra benzina e diesel. Il gasolio storicamente sconta una tassazione inferiore alla verde che lo rende più economico alla pompa. Le opposizioni sono andate all’attacco, accusando il governo di voler aumentare il prezzo del pieno. Il ministero del Tesoro, con una nota, ieri ha precisato che la misura allo studio, prevista sin dal 2022 e tra le richieste europee inserite tra le altre cose nell Pnrr, non si tradurrà in un automatico aumento delle accise sul diesel. Sarà una manovra di riallineamento tra verde e gasolio. Probabile, insomma, che ci sia una contemporanea riduzione dell’accisa sulla benzina e un riallineamento a questo nuovo valore di quella sul diesel. Una sorta di incontro a metà strada tra i prezzi dei due carburanti. 

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