È polemica tra il ministri della Giustizia, Carlo Nordio, e i magistrati. «L’altro giorno un magistrato in servizio si è permesso di indicare su un giornale tutti gli errori fatti dal ministro nel caso Almasri. Che un magistrato si permetta di censurare su un giornale le cose che ho fatto, in qualsiasi paese al mondo avrebbero chiamato gli infermieri. Potrebbe essere oggetto di valutazione», ha detto alla IV edizione di «Parlate di Mafia» — I magistrati — aggiunge — sono convinti di godere di una impunità tale da poter dire quello che vogliono. Questo rimane fino a che non faremo una riforma perché non c’è sanzione di fronte a esondazioni improprie».
«Separazione delle carriere, ecco cosa fa paura»
«Quello che fa paura non è tanto la separazione delle carriere che in effetti in gran parte esiste. È la seconda e la terza parte della riforma, cioè la composizione, la costruzione del Consiglio Superiore della Magistratura attraverso il sorteggio e soprattutto l’istituzione dell’alta Corte di Giustizia assolutamente indipendente e svincolata dalla giustizia domestica del Consiglio Superiore della Magistratura attuale essendo appunto indipendente, ma renderà indipendente gli stessi magistrati perché i magistrati di oggi sono indipendenti ed è giusto che lo siano, e che lo rimangano, dal potere politico, perché il potere politico non può farci nulla — ha detto Nordio — Non hanno paura e giustamente non devono averla del governo, del parlamento, ma hanno una paura folle, tremano come foglie davanti alle correnti perché sono le correnti che li hanno in mano. Le correnti stanno al Consiglio Superiore della Magistratura come i partiti stanno al governo o al parlamento». Nordio sostiene che il Csm sia «il riflesso delle correnti. Se non sei iscritto a una corrente non hai nessuna possibilità non dico di carriera, ma neanche di essere ascoltato. Se tu invece ha in una corrente di queste il tuo padrino, il tuo protettore, anche quando finisci davanti alla sezione disciplinare c’è una stanza di compensazione, perché ne arrivano sempre quattro insieme, è difficile che ne arriva uno da solo, così Tizio protegge il suo, Caio anche».
«Referendum? Auspico dibattito pacato e senza toni di guerra»
«Noi vorremmo arrivare al referendum (sulla riforma costituzionale della magistratura, ndr) con un dibattito pacato per evitare una cosa deplorevole: se andassimo al referendum quasi con uno scontro non ci sarebbero né vinti né vincitori. Se anche vincessimo noi, ne rimarrebbe umiliata la magistratura e ciò non andrebbe bene: io auspico che anche da parte della magistratura e dell’opposizione si arrivi a tutte le possibili argomentazioni ma senza contrapposizione politica, senza aut aut o ultimatum al governo. Sarebbe pernicioso per tutti perché anche una vittoria nostra — che potrebbe anche essere consistente visti i sondaggi — suonerebbe come una umiliazione della magistratura se arrivasse al confronto in modo agguerrito e questo non lo vogliamo — continua Nordio -. La magistratura, soprattutto quella associata, deve assumersi la responsabilità di arrivare al referendum senza toni di guerra ma argomentando secondo le loro convinzioni a cui noi opporremo le nostre», ha proseguito. Nordio ha anche osservato: «Noi speriamo di arrivare con un dialogo anche con l’Anm che al momento non si è dimostrata dialogante perché ha posto un niet su tutta la riforma. Potremmo arrivare a referendum a inizio prossimi anni speriamo di arrivare spiegando agli italiani che non è un referendum contro la magistratura o a favore di Meloni e del governo ma una riforma per adattare il nostro sistema costituzionale al nostro sistema giudiziario — ha concluso- La separazione delle carriere esiste in tutti i paesi in cui c’è il processo accusatorio».
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