12.05.2025
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Politics

Macron, patto di desistenza sui candidati neo-gollisti per frenare l’ascesa di Le Pen


PARIGI «Non c’è nessun motivo di avere paura» dice il vice presidente del Rassemblement National Sébastien Chenu. Il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella è partito alla conquista dell’Assemblée Nationale con una parola d’ordine: tranquillizzare i francesi (e con loro i mercati, le imprese, le Borse), mostrare pragmatismo e sobrietà. Ieri il candidato premier Bardella ha fatto il suo primo video della campagna rivolgendosi alle donne: «Garantiremo l’uguaglianza e la libertà di vestirsi come ognuna vuole».

Francia, via alla campagna elettorale: Macron corteggia i moderati, regge il patto Le Pen-gollisti

Sul fronte economico, se Bardella aveva detto nei giorni scorsi che lo smantellamento della riforma delle pensioni di Macron «è importante ma non prioritario», ieri il potenziale ministro dell’Economia di un governo RN, Philippe Tanguy, ha fatto sapere che la riforma sarà eventualmente abrogata «in autunno» dopo «consultazioni con i partner sociali ed economici» e che «nessun governo può seriamente pensare di installarsi durante le Olimpiadi e abrogare subito una riforma provocando il caos dell’amministrazione». L’altro ieri, anche Marine Le Pen ha distillato messaggi rassicuranti dicendo che in caso di vittoria «non chiederà le dimissioni del presidente». Sul fronte delle alleanze, sono al lavoro i «pontieri» dei diversi schieramenti, ormai divisi in tre grandi blocchi, il cartello delle destre, la coalizione presidenziale, il Fronte popolare delle sinistre. I più corteggiati: i rappresentanti della destra tradizionale dei Républicains, ormai lacerati tra filo-Le Pen, capitanati dal presidente del partito Eric Ciotti che ha stretto alleanza con il Rassemblement National, e i “gollisti storici”, che hanno presentato candidature indipendenti. Il campo macronista, riunito sotto l’insegna “Ensemble pour la République”, ha stretto un patto di non belligeranza con il campo della destra moderata e ha scelto di non presentare candidati propri in una sessantina di collegi. Ieri l’ex premier di Macron Edouard Philippe ha rivolto un appello alla costruzione di «una nuova maggioranza» con «tutte le forze politiche del blocco centrale», rivolgendosi in particolare ai suoi ex compagni Républicains: «Insieme possiamo costruire politiche necessarie al nostro paese per i tre anni a venire». Particolarmente vistosa la scelta dei macroniani di non presentare un loro candidato nella circoscrizione in cui si presenta per la sinistra l’ex presidente François Hollande. I loro voti convergeranno sullo sfidante gollista Francis Dubois.

La maggioranza presidenziale rivendica «una strategia responsabile del voto utile» che in alcuni casi significa anche appoggio a ex rivali del gruppo centrista Liot (che votò anche una mozione di sfiducia al governo uscente) o al socialista Jérome Guedj, che si è candidato senza l’etichetta del Front Populaire perché in disaccordo con i radicali della France insoumise. Mai come questa volta, la carta dei collegi francesi è sembrata un Risiko politico.

L’INCHIESTA
Ad arricchire il feuilleton della guerra fratricida gollista, è arrivata ieri la notizia dell’apertura di un’inchiesta per appropriazione indebita contro Eric Ciotti. Il presidente dei Républicains (ma una sentenza attesa per il fine settimana potrebbe togliergli di posto) avrebbe usato illegalmente i parcheggi gratuiti vicino al suo ufficio sul porto di Nizza durante la campagna per le elezioni del 2022. «Manovre politiche» ha denunciato l’interessato, che si presenta come candidato unico della destra gollista e lepenista a Nizza. Con lui, sono una sessantina i gollisti ad aver attraversato il Rubicone verso l’estrema destra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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