Cresce la voglia d’estate e di vacanze per gli italiani. E tanto basta anche per far schizzare in alto il business del turismo con numeri record. Confcommercio ha stimato che saranno 29 milioni gli italiani che tra giugno e settembre si sono già messi oppure si metteranno in viaggio: il 2% in più rispetto allo scorso anno e l’1% in più rispetto al 2019, prima della pandemia. L’identikit stilato dall’Osservatorio Turismo di Confcommercio ci dice che il viaggiatore medio nel 40% dei casi sceglie un albergo, nel 17% si appoggia da un parente o da un amico, è molto più laico sulle mete (soltanto per il 20% il mare resta un must mentre crescono la montagna, 13%, e città d’arte, 11%), soprattutto ha un budget di 1.190 euro. Che moltiplicati per 29 milioni di persone generano un giro d’affari di 3,5 miliardi di euro. Soldi che per un importante fetta andranno ad arricchire le industrie del turismo di altri Paesi.
FUORI DAI CONFINI
Secondo Confcommercio, soltanto il 58 per cento degli italiani fa sapere che farà le ferie esclusivamente in Italia. Per la cronaca, sul fronte interno, i territori più gettonati sono Toscana, Sardegna, Puglia e Trentino-Alto Adige. Il resto, di più rispetto alle scorse estati, sceglierà mete estere. Anche per i costi maggiori per alberghi, ristoranti e spiagge. L’osservatorio “Panorama turismo-mare Italia” di Jfc fa notare, per esempio, che le tariffe per lettini e ombrelloni saliranno del 7,9% rispetto al 2023, quando si erano già segnati rincari di oltre il 12,6%. I ricavi dei balneari, non a caso, cresceranno dello 0,4%, a quota 33,2 miliardi.
Più in generale sono attesi in Italia 216 milioni di presenze dall’estero (+1,5%). Su un totale di 407 milioni di presenze nel comparto balneare (in calo dell’1,1% sullo scorso anno e dell’1,2% sul 2019) quelle italiane saranno 312,5 milioni, con una discesa del 4,4% e quindi una perdita di 14,5 milioni sul 2023 (-4,2% sul fatturato degli stabilimenti). Nel frattempo le presenze straniere toccheranno i 94,5 milioni, con un aumento dell’11,6% (cioè 9,8 milioni) rispetto allo scorso anno (+14,3% di ricavi per i balneari).
Anche per il mare c’è voglia di mete estere, forse anche per il timore che le incertezze sulle concessioni balneari hanno congelato gli investimenti negli stabilimenti, creando incognite sulla qualità dei servizi. YouTrend ha stimato che quest’anno sale al 21% la percentuale di italiani che andranno fuori confine, con preferenze verso Spagna e Albania. Piace anche la Grecia. Nel 2022 era il 12%, nel 2023 il 18%.
Dietro questi numeri c’è una questione economica. A Durazzo affittare un ombrellone e due lettini costa 10 euro al giorno (in Italia per il solo lettino ne servono 15). Per una cena di pesce in spiaggia si paga al massimo 18 euro a testa. Mentre in Andalusia per una giornata al mare bastano anche 30 euro. In Grecia quest’anno i prezzi sono leggermente più alti, voli in primis, ma si paga sempre meno che in Italia.
Sul versante dei rincari Massimo Feruzzi, responsabile di Jfc sottolinea che «gli incrementi di fatturato dei balneari non sono lineari con l’aumento dei prezzi della vacanza. Significa che c’è da parte dei nostri connazionali e anche degli ospiti stranieri una più forte attenzione alla spesa». Per il secondo anno consecutivo infatti, per Jfc, aumenta la spesa complessiva che si deve sostenere: rispetto all’estate 2022 c’è un salasso del 20,5%. Più 24% soltanto per pranzi e cene; in controtendenza, +16,6% e sempre nel biennio, i costi per i servizi di spiaggia. Nella lista dei rincari anche aerei e hotel. Assoutenti e Crc ha stimato che nella settimana di Ferragosto i voli costeranno il 20% in più rispetto al 2023 (con picchi fino al 68%) e gli alberghi nelle località di mare il 19,6% in più.
Non va dimenticato, poi, il capitolo traghetti. Uno dei fattori che spingono gli italiani a optare per una destinazione di mare oltre confine, possibilmente a breve distanza, è determinato dal costo di aerei e traghetti. Per quanto riguarda le navi si registrano quest’anno aumenti medi superiori al 6,3%, stando all’ultima indagine di Assoutenti-Crc, e che toccano addirittura il +10,2% sulla Civitavecchia-Porto Torres. Rincari record che inevitabilmente spingono gli italiani in partenza a valutare altre soluzioni di viaggio.
Facciamo qualche confronto, partendo proprio dalle simulazioni di Assoutenti. Una famiglia con due bambini che decide di viaggiare a Ferragosto in traghetto con auto al seguito spenderà quest’anno in media, per un biglietto di andata e ritorno sulla tratta Genova-Porto Torres, 1.274 euro. Con la stessa cifra, anzi qualcosina in meno, si potrebbe acquistare oggi un biglietto aereo di andata e ritorno per Dubai con partenza da Roma e Milano, sempre a metà agosto. Per andare e tornare da Napoli a Palermo in traghetto, segnala ancora la ricerca di Assoutenti, la famiglia tipo scucirà a metà agosto 669 euro in media. Nelle stesse date un volo di andata e ritorno da Napoli Capodichino a Parigi per 4 persone, di cui due minorenni, costa 100 euro in meno circa.
L’INFLAZIONE
Commenta il presidente di Fiavet-Confcommercio, Giuseppe Ciminnisi: «Il turismo soffrirà forse anche di meno dei riflessi dell’inflazione, ma è innegabile che il potere d’acquisto è mutato nel post pandemia, come le scelte delle persone. In questo contesto il turismo organizzato è ancora più di prima un’opzione sicura, soprattutto per le famiglie, ma è cambiata la tipologia di vacanza: si fa più breve, si cercano di tagliare i costi e una maggiore sostenibilità ambientale e sociale nelle strutture, nelle destinazioni e nei mezzi di trasporto».
Sempre secondo Youtrend il numero definitivo di chi non potrà permettersi una vacanza entro fine estate potrebbe addirittura andare oltre i 9 dello scorso anno. «Con un inflazione che rallenta, ma non si azzera — secondo l’economista della Luiss Valentina Meliciani — gli italiani hanno meno possibilità di spendere. Inoltre i risparmi del periodo Covid si stanno erodendo: in questo scenario in oltre 9 milioni potrebbero non avere i soldi per spostarsi dalla propria città».
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