«Sala si deve dimettere. Non per l’inchiesta, ma per il far west edilizio e la speculazione a favore dell’immobiliare». Ecco la sentenza milanese di Giuseppe Conte. Ma è più rilevante la decisione dell’”avvocato del popolo” — vecchio soprannome dell’attuale leader M5S — che si fa giudice nella vicenda di Ricci nelle Marche, e il tribunale pentastellato allestito nella sede del partito a via di Campo Marzio assolve (con riserva) Ricci dagli addebiti dei magistrati. «Non ci sono elementi a carico della sua colpevolezza», dice il giudice Conte. Una mossa politica che s’incastra nel domino delle prossime elezioni regionali e che mira a non creare problemi con il Pd che ha concesso a Conte la candidatura per il centrosinistra in Campania, non ancora ufficiale a causa dei dispetti di De Luca, al movimento stellato con Roberto Fico.
Il giudice Conte assolve Ricci ma non perdona a Schlein la volontà di lei di fare alleanze ovunque Pd-M5S: «Un’alleanza organica e generale noi non la vogliamo, ci sono realtà diverse e ognuna di queste ha le sue specificità». Ovvero, non scioglie Conte la riserva — serve un supplemento d’indagine — sul cammino comune dei dem e degli stellati in Toscana, dove gli ex grillini non vogliono la candidatura dell’uscente Giani.
Conte come giudice è quello del genere, alla Mario Brega, «questa mano pò esse’ fero o pò esse’ piuma». Piuma con Ricci, ferro con Sala e anche con Giani, mentre con Elly è una mano mista: buona e cattiva, per tenere sempre sulle spine l’alleata-rivale, quella che se si rafforza troppo rischia di finire — elettori permettendo — a Palazzo Chigi dove non fa che sperare di tornarci lui, l’ex premier che ora vive a due passi dalla sede del governo e non vede l’ora di tornare ad abitarla e non come sottoposto della segretaria del Pd.
Politica e giustizia, come sempre, in Italia convivono e si sovrappongono anche in maniera impropria. Sta di fatto che ieri, nella sede stellata di Roma, sembrava di stare a Un giorno in Pretura. «Non ci sono elementi a carico della colpevolezza di Ricci — ha sentenziato l’avvocato-giudice — e non ci sono elementi che avvalorino un patto corruttivo a suo carico». Ad ascoltare Conte, insieme ai giornalisti, molti fedelissimi in sala. Ecco Alessandro Colucci, deputato, di professione notaio, gran certificatore della rinascita del partito con l’avvento dell’”avvocato del popolo”. Si affaccia anche Licheri, non Santi il giudice di Forum, bensì Ettore, senatore, già sostituto procuratore della Figc e grande accusatore in era Calciopoli.
IL VIAVAI
Conte il togato s’è fidato insomma della deposizione di Ricci nella procura marchigiana e la corsa del dem a possibile successore del governatore meloniano Acquaroli ha avuto il bollino della legalità stellata. A meno che — l’assoluzione contiana è provvisoria e non con formula piena — non emergano altre cose contro Ricci. «Al momento — dichiara Conte — non ci sono ragioni per chiedere un passo indietro. Abbiamo letto e riletto l’avviso di garanzia e possiamo riassumere che non ci sono elementi a carico della colpevolezza di Ricci». E ancora: «Ci fidiamo dei giudici. Ma abbiamo apprezzato che Ricci non si sia avvalso della facoltà di non rispondere perché un politico deve garantire massima trasparenza. E dunque procediamo il lavoro insieme, ma chiediamo garanzie».
M5S se dovessero andare bene le elezioni marchigiane come garanzia vorrà un assessore alla legalità. Ma anche una sezione del sito regionale, su cui pubblicare i bandi e le ditte affidatarie degli appalti. Ma prima bisogna vincere e M5S si fa forte di questo: ha pochissimi voti nelle Marche ma in un’elezione che si giocherà probabilmente sul filo quei pochi consensi stellati possono dare la vittoria al centrosinistra e ingabbiare il Pd nelle richieste e nei condizionamenti M5S.LA CAMPAGNA
Intanto Schlein, ieri sera, a San Benedetto del Tronto ha presentato il suo libro, “L’imprevista”. E oggi sarà ad Urbania, provincia di Pesaro, per un comizio insieme a Ricci alla festa dell’Unità. Ma il 4 agosto sarà Meloni in scena: arriverà ad Ancona insieme a Tajani e a Salvini (che già fa una capatina oggi) per magnificare tutti gli interventi governativi in favore delle Marche. E in vista del voto del 28 e 29 settembre tutta l’estate sarà un viavai di ministri e big, sia di destra sia di sinistra, nella regione considerata l’Ohio d’Italia e per la quale l’avvocato Conte — altro che separazione delle carriere! — s’è improvvisato gip.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this