Commenti e retroscena del panorama politico
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È tempo di ridefinire i contorni del Movimento 5 Stelle. Le primarie pentastellate hanno confermato Giuseppe Conte alla guida del partito, segnando una nuova fase. L’ex premier, forte del suo bis, punta ora a riorganizzare il Movimento, non solo a livello strategico, ma anche a livello organizzativo. Dopo le dimissioni di Chiara Appendino da vicepresidente M5S — in cui spiega che “se ci si continua ad autoassolvere e si prosegue con l’alleanza con il Partito democratico, io non mi sento più di essere vice di questa direzione” — il segnale di una possibile crisi interna è alle porte. È possibile però, che le dimissioni di Appendino, non siano le uniche. Tra questi, girano voci che anche Danilo Toninelli — membro del collegio dei probiviri M5S — e Virginia Raggi, nel comitato di garanzia del Movimento, potrebbero rimettere il proprio mandato in questa nuova fase. Secondo alcune fonti, i nomi più accreditati per subentrare agli ex grillini sarebbero quelli appartenenti alla cerchia dei fedelissimi di Conte, tra cui la deputata Vittoria Baldino e l’ex capogruppo a Montecitorio Francesco Silvestri. Tuttavia, fonti interne al Movimento spiegano a Il Messaggero che “è difficile” che vi sia una riconferma per l’ex ministro Danilo Toninelli, “viste le sue posizioni”. Proprio nell’ultimo periodo l’ex ministro ha rilasciato delle dichiarazioni contro il presidente M5S, in particolare, proprio lo scorso dicembre Toninelli ha riproposto l’invito di Grillo, e cioè quello di “andare a funghi” invece di votare per l’eliminazione della figura del Garante, ovvero proprio quella del comico. Diversa, invece, potrebbe essere la situazione di Virginia Raggi. Sebbene anch’ella sia ormai un’ex grillina, le sue posizioni più neutrali, quasi del tutto assenti dal dibattito interno, potrebbero consentirle di mantenere il proprio ruolo. Anche Roberto Fico, qualora dovesse prevalere su Edmondo Cirielli, potrebbe lasciare l’incarico nel comitato di garanzia. Conte dovrà quindi fare i conti non solo con nuovi incarichi da assegnare, ma anche con un dossier politico cruciale: quello delle Regionali campane. Una partita decisiva per il partito di Conte, perché dopo la sconfitta di uno dei suoi candidati in Calabria, Pasquale Tridico, un’eventuale sconfitta anche in Campania lo costringerebbe a confrontarsi non solo con gli alleati dem, ma anche con le tensioni interne, alimentate dalla sfida lanciata dalla ormai ex vicepresidente Appendino.
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