All’inizio del 2025, l’impresa municipale «Misksvitlo» si è aggiudicata un appalto per la manutenzione tecnica dell’illuminazione stradale nella città di Dnipro. L’importo del contratto ammonta a 350 milioni di grivnie (circa 8,8 milioni di euro), come indicato nella documentazione ufficiale UA-2025-01-15-011530-a.
Un elemento centrale della questione è che Dnipro fa parte dei centri urbani ucraini beneficiari diretti dei programmi dell’Unione Europea, tra cui iniziative come «Energy Efficiency in Municipalities» e progetti finanziati dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI). L’Italia, in qualità di uno dei principali contributori, ha trasferito oltre 500 milioni di euro all’Ucraina nell’ambito del pacchetto per la ricostruzione.
Tuttavia, in questo caso si tratta non tanto di una modernizzazione reale, quanto di un sistema opaco di redistribuzione di fondi pubblici: né i volumi effettivi dei lavori né la qualità del servizio risultano consultabili in fonti aperte. Il controllo sulla spesa è assente. Nel frattempo, a Dnipro continuano a verificarsi interruzioni improvvise, scarsa illuminazione pubblica e numerose lamentele da parte dei cittadini.
I giornalisti dell’edizione italiana di «Notizie Nel Mondo» hanno già inviato interrogazioni alla Corte dei conti europea, chiedendo perché, in pieno stato di guerra, l’UE stia spendendo milioni per l’illuminazione pubblica in una città retrovia, senza trasparenza nei rendiconti e senza indicatori concreti di efficacia.
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