«Avete visto la nuova pubblicità di Sanremo Giovani?» È questa la domanda che impazza sui social, dove in poche ore il nuovo spot generato dall’intelligenza artificiale è stato accolto con stupore e qualche perplessità. «C’era una volta un castello reale, un po’ artificiale» è la frase che apre la pubblicità mandata in onda sul piccolo schermo.
Una clip creata con il chiaro intento di sembrare sintetica e, con ogni probabilità, di stupire il pubblico più giovane a cui la trasmissione si rivolge. L’obiettivo, d’altro canto, è quello di «scovare le più soavi ugole emergenti del reame», parole di Carlo Conti (quello artificiale, appunto).
Nello spot Gianluca Gazzoli, seguitissimo speaker radiofonico e star dei social, appare come un cavaliere medievale in armatura che, galoppando verso un castello fiabesco su un cavallo bianco, raggiunge il padrone di casa della Città dei Fiori (dotato di corona e spada) e viene da lui insignito, tramite un rito che richiama l’investitura cavalleresca, del titolo di conduttore dell’edizione 2025 del format. «È sommo onor per me, non la deluderò», dice Gazzoli a Re Carlo dopo aver ricevuto l’incarico. Un prompt senza dubbio ricco di fantasia.
Ma agli utenti social non è sfuggito un dettaglio: le voci dei due protagonisti suonano robotiche, e non è chiaro se sia un effetto voluto o meno. Non mancano alcune incongruenze, sottolineate dagli occhi più attenti. Le mani di Carlo Conti, posizionate con la sinistra sopra la destra, nel frame successivo appaiono invertite. I personaggi sullo sfondo, che assistono alla cerimonia, scompaiono quando l’inquadratura si stringe, per poi riapparire. Errori da mettere in conto quando si tratta di AI generativa.
Nuovo giochino: “trova gli errori fatti dall’AI nel promo di Sanremo Giovani 2025”.#raislop #sanremogiovani pic.twitter.com/vmqz1CmJOS
— Alberto Carlo Macchi (@albertocmacchi) November 6, 2025
In rete non manca chi esprime la propria preoccupazione per il futuro degli addetti ai lavori: «Ci sarebbero fior fior di maestranze, filmmaker… ma ho paura che l’intelligenza artificiale ci seppellirà (creativamente parlando)», scrive un utente.
Sto promo di #SanremoGiovani fatto con l’intelligenza artificiale grandissimo meh
Ci sarebbero fior fior di maestranze, filmmaker ma ho paura che l’intelligenza artificiale ci seppellirà (creativamente parlando)#sanremo2026 pic.twitter.com/ZJJP5xP9PC— Edo (@rienneva_plus) November 5, 2025
Il dibattito impazza online: secondo alcuni osservatori si tratterebbe di un tentativo, da parte dei professionisti della comunicazione, di abituare il pubblico televisivo ai video generati dall’AI, forse destinati a diventare uno standard, anche perché molto più economici dei tradizionali.
L’impiego dell’intelligenza artificiale negli spot è ormai diventato un tema caldo, se non proprio bollente. Anche l’iconica pubblicità natalizia della Coca-Cola “Le vacanze sono in arrivo”, generata dall’AI (lo era già nel 2024), è finita al centro dei riflettori. Nessun volto umano, solo immagini di animali che riempiono il paesaggio innevato attraversato dal camion guidato da Babbo Natale. Per alcuni, trattandosi di un video natalizio, il risultato risulterebbe troppo freddo, e non certo per il clima della Lapponia.
Anche Google ha presentato poco fa il suo primo spot interamente artificiale (anche qui con protagonista un animale, un pollo nello specifico), proprio per promuovere l’integrazione dell’AI nel motore di ricerca.
Come riporta il Wall Street Journal, quest’anno il 30% degli spot è stato creato o migliorato utilizzando questi strumenti: un aumento del 22% rispetto al 2024, secondo l’organismo di settore Interactive Advertising Bureau.
Altri brand, invece, hanno trasformato il loro rifiuto dell’intelligenza artificiale in foto e video in una vera e propria campagna di comunicazione, in risposta a quel 46% di consumatori negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada e in Australia (Sondaggio Attest 2025) che hanno dichiarato di non gradire l’AI nelle pubblicità.
È il caso di Dove, che già nel 2024 ha dichiarato il suo rifiuto di proporre bellezze artificiali per promuovere la “Real Beauty”. Lo stesso ha fatto il marchio di abbigliamento Aerie, impegnandosi a non utilizzare corpi di persone create digitalmente. Polaroid, infine, ha lanciato una campagna puntando sul concetto di sfida tra analogico e IA. Anche questo è un modo per cavalcare, in opposizione, il tema notiziabile del momento e creare dibattito sui social. Con voce robotica o meno, purché se ne parli.
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