L’Italia trionfa agli Europei a squadre di Madrid e fa il bis due anni dopo il successo di Chorzow (Polonia). La Nazionale azzurra di atletica precede Polonia e Germania in classifica, comunque lontane. Il rivale più ostico, alla fine, si è dimostrato il clima: c’erano temperature bollenti (39 gradi all’ombra) che hanno messo a dura prova i campioni azzurri. «Ma siamo bravi ad adattarci a tutto, anche a un’organizzazione tutt’altro che impeccabile», ha sottolineato Dalia Kaddari.
La rincorsa degli azzurri
Gli azzurri erano passati in testa alla classifica nella serata di sabato e l’hanno mantenuta anche ieri nonostante il tentativo di rimonta di polacchi e tedeschi.
A tenere a distanza gli altri Paesi ci hanno pensato Larissa Iapichino, che si è imposta nella gara di salto in lungo con 6.92 metri davanti all’olimpionica Mihambo (6.84), e l’altro fiorentino Leonardo Fabbri, vincitore della gara di getto del peso con 21.68 metri. «Inutile nasconderci: siamo i più forti e alzare il trofeo era l’obiettivo», fa la voce grossa Leo. «Ma siamo arrivati qui non da favoriti», ci tiene a precisare il direttore tecnico La Torre, che aggiunge: «La gara di svolta è stata il giavellotto femminile. Siamo tornati da Parigi con l’idea di fare qualcosa per questa specialità e il 5° posto di Paola Padovan è il segno della compattezza del gruppo. Tutti hanno capito quanto la squadra restituisca rispetto alle ambizioni individuali. È una orchestra in cui nessuno sta suonando fuori dallo spartito».
La sinfonia azzurra arriva fino a Rieti, dove c’era la piccola Italia – oltre 1300 allievi – che si è radunata allo Stadio Guidobaldi di Rieti. Nei Tricolori U18, tanti ragazzi hanno dimostrato di avere enormi margini di miglioramento, dando la sensazione che il futuro ci sorriderà. Dopo l’ennesimo record nazionale della 15enne sprinter Doualla, ieri è arrivato quello del 17enne romano Mancini nei 400 ostacoli. Anche i piccoli compiono passi da giganti.
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