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L’ipotesi Calenda-centrodestra agita il Pd. «Ma lo abbiamo già avuto avversario»


Declassata a gossip d’ombrellone. Con snobismo, stizza, ma anche un pizzico di rabbia. La suggestione di Carlo Calenda candidato civico a sindaco di Roma con l’appoggio del centrodestra fa discutere e agita il Nazareno. A sentire i commenti dell’indomani verrebbe infatti da accompagnare la “pazza idea”, riportata in un articolo del Messaggero, con un touché. Anche se in pochi, tra le file dem, ci mettono la faccia, i più preferiscono bollare la questione come «chiacchiericcio balneare». Che tuttavia trova conferma non tanto a Capalbio – meta del litorale romano cara ai dem – ma anche in ambienti capitolini del Pd: «Gira, gira da un po’ – raccontano in Campidoglio fonti di alto profilo – forse anche col fine di depotenziare Gualtieri, che il bis se lo sente già in tasca». Complici i sondaggi interni volti a testarne il gradimento e che ne restituiscono l’immagine di un primo cittadino “imbattibile”, senza rivali. Almeno al momento, perché al voto mancano due anni e da qui al traguardo può accadere di tutto. Tanto più in una città come Roma e in un partito in cui si fatica a contar le correnti. E dove l’alto gradimento può esser visto anche come fumo negli occhi. Alimentando il timore, in certe partigianerie, che il primo cittadino si monti la testa, ambendo a ben altri ruoli e minando una leadership, quella di Elly Schlein, che a torto o a ragione molti considerano friabile.

STIZZA DEM, «FANTAPOLITICA»

Calenda poi è Calenda. Quattro anni fa il leader di Azione dimostrò di poter far la differenza nella corsa al Campidoglio, sfiorando il ballottaggio e piazzandosi terzo, a dirla tutta secondo in diverse zone della Capitale. In barba a una campagna elettorale condotta con pochi, pochissimi mezzi. Sarà per questo che i rumors sull’ipotesi di vederlo scendere in campo con l’appoggio del centrodestra – e rispetto ai quali lo stesso Calenda ieri ha taciuto – sono per i più indigeribili, nel Pd come nel resto del fronte progressista. «E comunque Calenda lo abbiamo già avuto come avversario e lo abbiamo già battuto», dicono dal Nazareno. «Mi paiono polpette avvelenate per tirare da una parte all’altra Azione – taglia corto il senatore dem Filippo Sensi – Rispetto la scelta terza che ha fatto, ma credo che il partito di Calenda, che oggi è all’opposizione, sarà importante e prezioso per costruire l’alternativa a questa destra». «Mi sembra fantapolitica — gli fa eco il deputato Pd Andrea Casu — posso capire l’interesse del centrodestra per un’operazione di questo tipo, non quello di Calenda che contraddirebbe la sua politica terzopolista». Rispetto alla quale, però, non mancano sospetti, alimentati da alcuni smarcamenti dell’ex ministro ma anche dalla partecipazione di Giorgia Meloni al congresso di Azione nel marzo scorso, accolta dal “padrone di casa” con parole al miele.

I SOSPETTI SU FDI

«Parliamo di chiacchiere estive — derubrica la questione Valeria Baglio, capogruppo dem in Campidoglio — Noi siamo concentrati sul lavoro quotidiano e sulla trasformazione della città che ha messo in campo, con grande determinazione e coraggio, il sindaco Gualtieri. Non ci facciamo distrarre da queste suggestioni balneari». Che in molti guardano con diffidenza, puntando il dito contro Fdi. “Rea”, a detta di diversi dem, di aver messo in giro e alimentato la voce facendo leva sulla scelta di Calenda nelle Marche: sfilarsi dal centrosinistra unito sul nome di Matteo Ricci. Né con lui né con il governatore uscente in quota Fdi Francesco Acquaroli. «Nel centrodestra lo considerano un cavallo zoppo – la tocca piano un dem della segreteria del Nazareno – temono la sconfitta, per questo puntano a restituire l’immagine di un fronte progressista ridotto a brandelli. Mere speculazioni politiche». Il centrodestra per ora lascia cadere, i più sull’opzione Calenda preferiscono tacere: da qui al 2027 c’è tempo, è il verbo che rimbalza. Mentre per Maurizio Lupi, di Noi Moderati, «è un’ipotesi che non esiste. Il centrodestra ha molte personalità di spessore da candidare e non ha alcun bisogno di ricorrere a un Papa straniero». Tra queste potrebbe spuntare Arianna Meloni? Meglio non indagare, ché l’accusa di gossip estivo piomba in un lampo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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