09.11.2025
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Technology

l’inquinamento digitale irrompe alla Cop30


Alla Cop30 di Belém, accanto alla foresta amazzonica, entra per la prima volta in agenda la sostenibilità digitale. L’International Telecommunication Union (ITU) presenta il percorso “Green Digital Action”, dedicato all’impatto ambientale delle tecnologie digitali: data center, cloud e intelligenza artificiale.

Il tema non è marginale: nel 2024 i data center hanno consumato 415 terawattora a livello globale (1,5% della domanda elettrica mondiale). L’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede che entro il 2030 il consumo raggiungerà i 945 TWh, pari alla domanda elettrica del Giappone. L’AI potrebbe rappresentare tra il 35% e il 50% di questo totale.

In Italia il settore è in piena espansione. La capacità complessiva dei data center ha raggiunto 513 MW IT nel 2024 (+17% in un anno), con Milano come nuovo hub del Sud Europa. Gli investimenti superano i 37 miliardi di euro, con altri 10 miliardi previsti entro il 2026.

Eppure, secondo la ricerca “La terza via della sostenibilità 2025” di iSustainability (Gruppo Digital360), il 54% delle aziende italiane non sa quanto inquina il digitale, pur riconoscendolo come fattore chiave per la sostenibilità.

Solo il 13% dichiara una reale conoscenza dell’impatto ambientale di cloud, IA e infrastrutture IT.

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Il problema dei gas serra

Il settore ICT oggi genera fino al 4% delle emissioni globali di gas serra, con stime che potrebbero raddoppiare entro il 2030. Le emissioni dei soli data center equivalgono allo 0,5% delle emissioni mondiali, destinate a toccare l’1–1,4% entro fine decennio.

Gli ostacoli principali per le imprese italiane sono tre:

  • Culturali e organizzativi – scarsa governance e leadership poco coinvolta;
  • Competenze – mancano figure ESG e tecniche specializzate;
  • Strumenti – carenza di metriche e metodologie consolidate per misurare l’impatto digitale.

La nuova Direttiva UE 2023/1791 impone già di monitorare i consumi dei data center, mentre il Regolamento UE 2024/1364 richiede indicatori di efficienza e sostenibilità.

Riccardo Giovannini, CEO di iSustainability avverte: «La sostenibilità digitale non è più un tema di nicchia. È una leva di competitività, riduce costi e apre l’accesso a finanziamenti e reputazione».


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